Davide Nicola, allenatore del Cagliari, parla così dalla sala stampa del Crai Sport Center prima della partenza per Venezia, dove domenica alle ore 15 i rossoblù saranno ospiti degli arancioneroverdi.
QUI E ORA
“Non penso al Venezia-Cagliari di due anni fa. Per noi è una partita nuova e facciamo le valutazioni su questa. Conta la gara che dobbiamo affrontare, non sappiamo cosa otterremo ma sappiamo che daremo il massimo. La squadra mi sta piacendo ma siamo consci anche di avere margini di miglioramento, non dobbiamo accontentarci bensì vivere ogni settimana come se fosse l’ultima. Ogni sfida ti dà l’opportunità di fare dei passi verso l’obiettivo ed è questo che a me interessa”.
LA DECISIONE DEL RITIRO
“Questa squadra non deve ancora dimostrare l’attaccamento che ha per la maglia e per la piazza, sono cose assodate dimostrate dai fatti. Il ritiro anticipato è dettato da un’esigenza dovuta al riposo dopo la trasferta di Torino, col rientro a tarda notte e poco tempo per recuperare e lavorare. Con l’infrasettimanale ne avevamo bisogno ed è stata una decisione libera dei ragazzi, che mi ha fatto piacere perché dimostra ulteriormente quanto ci tengano”.
LA SFIDA DEL PENZO
“Andiamo a Venezia con la consapevolezza che se giocheremo in un certo modo possiamo essere competitivi e concretizzare quello che creiamo. Io ho fiducia cieca in questi ragazzi, li vedo quotidianamente e sono convinto che abbiano i mezzi per lottare e raggiungere l’obiettivo. Noi facciamo sempre il nostro gioco, tutte le squadre moderne pensano in questo modo. Quando un collettivo gioca male a lungo andare perde, e giocare male significa anche non riuscire a concretizzare quello che hai creato. Lo sviluppo del gioco è una cosa che il Cagliari riesce a fare già molto bene, ma in alcuni momenti dobbiamo alzare la nostra qualità. Sappiamo che ci vuole tempo, probabilmente molto tempo, ma siamo sempre molto fiduciosi”.
LOTTA SERRATA
“Nessuna squadra al momento è inferiore ad altre, questo è il campionato più competitivo degli ultimi sette-otto anni in zona salvezza. L’importante è mantenere l’equilibrio a prescindere dalla posizione in classifica che spesso balla tra pochi punti. Il metro arbitrale? Bisogna considerare che le regole sono cambiate negli ultimi anni, così come la velocità del gioco. Per questo alleniamo la gestione dello stato emotivo: il Cagliari è sicuramente una squadra aggressiva, il Venezia riesce a fare densità e sa ripartire. La differenza la fa quanto si riesce a rimanere in partita senza lasciarsi condizionare dagli episodi e dal loro valore emotivo. Dobbiamo saperlo fare senza perdere aggressività, perché poi anche quella fa la differenza”.
COPPA ITALIA
“A Torino mi è piaciuta l’interpretazione del primo tempo, abbiamo giocato con personalità partendo con il piglio giusto e cercando subito di far gol. L’avversario è stato bravo a non subirlo. Quello che è successo dal 2-0 in avanti ci fa capire che anche se ti trovi in svantaggio devi sempre provare a cambiare l’inerzia della gara, per me è importante che loro acquisiscano la mentalità che ti porta a sapere che le partite non sono mai finite. Dobbiamo capire che non possiamo mai mollare e che dobbiamo mantenere sempre lo stesso livello di energia, perché puoi determinare in qualsiasi momento e cambiare l’inerzia a tuo favore”.
LE SCELTE
“Non definisco mai definitiva una scelta tattica o di questo o quel calciatore, ci sono gare dove alcuni giocatori hanno caratteristiche più funzionali di altri. Io voglio un Cagliari che sia qui e ora in qualunque momento della stagione, perché è l’insieme delle partite che poi fa il totale di quello che hai raccolto”.