Conferenza stampa di presentazione all’Unipol Domus per il nuovo allenatore rossoblù Fabio Pisacane, affiancato dal neo direttore sportivo Guido Angelozzi. A introdurli, prima delle domande dei media, il direttore generale Stefano Melis. “Iniziamo questa nuova stagione con entusiasmo e soddisfazione”, le parole di Melis, “per me è un onore aprire in prima persona questo nuovo capitolo. Mister Pisacane e il direttore Angelozzi saranno due protagonisti indiscutibili della prossima annata, a loro – come a tutti noi del Club e ai tifosi – vanno i migliori auspici per un lavoro da portare avanti tutti insieme con passione e competenza”.
LAVORARE COI GIOVANI
“Quello che è stato fatto rimane nei ricordi, nel vissuto, conta sempre cosa fai da adesso in avanti. A livello di emozioni ne ho conosciute tante insieme a molti ragazzi, ai collaboratori, è chiaro che la loro vicinanza una volta che sono stato nominato allenatore della prima squadra mi ha fatto un piacere enorme. Niente che mi abbia stupito, ma la conferma di quanto costruito nel tempo prima di tutto a livello umano. I singoli? Vedremo nel percorso, ci sono ragazzi che hanno bisogno di tempo e pazienza, altri magari più pronti, giorno dopo giorno si lavorerà sul campo e capiremo ciò che può servire. Idrissi e Veroli hanno già fatto esperienza e sarebbe un peccato non provare a valorizzarli a casa nostra. Non sono più calciatori da settore giovanile, così come tanti ventenni reduci dalla Primavera, per me a quell’eta sei un giocatore pronto al salto, molti a quell’età giocano già Mondiali o Champions League, va cambiata la mentalità, chiaramente al giovane devi dargli tempo, farlo sbagliare, con fiducia. Conosco bene molti ragazzi delle giovanili rossoblù, è normale, alcuni saranno con noi in ritiro e mi auguro possano costruirsi una bella strada per il bene loro e del Cagliari”.
ALLENARE EX COMPAGNI
“Ho giocato con Deiola, Pavoletti, Marin, Zappa e Rog. Sono cinque compagni con cui ho raggiunto obiettivi importanti e vissuto tanti momenti. Cambia il ruolo, ma non cambia il rispetto. Cambiano gli scenari, ma la stima resta, è chiaro che quando passi dall’altra parte della barricata devi vedere le cose in modo differente, ma avere qui ragazzi con cui hai trascorso pagine importanti rappresenta sicuramente qualcosa di interessante e stimolante. I social? Mi sono staccato per mia volontà e d’accordo col Club, se non per eventi e attività che faremo insieme. Un allenatore non deve pensare ai social, questo è il mio pensiero”.
I SINGOLI
“Makoumbou ha dato tanto, come Viola, Augello, Palomino e Jankto. Ragazzi da ringraziare, così come mister Davide Nicola e il suo staff per la salvezza ottenuta, qualcosa di non banale e senza la quale oggi parleremo di ben altro. Stiamo lavorando per non farci trovare impreparati sul mercato, c’è una base solida e da li si parte. Gaetano? È un giocatore che non deve essere imprigionato dai vincoli tattici, ha qualità, cercheremo di responsabilizzarlo per metterlo nelle condizioni di esprimersi al meglio. Prati? Ha potenzialità, non si è ancora visto tutto ciò che può dare e quanto vale, può farlo in questa nuova stagione”.
UN POPOLO INTERO ALLE SPALLE
“È una responsabilità forte, la passione della nostra gente. Ringrazio tutti, ma ora serve correre tanto e parlare poco. Non prometto nulla, se non che servirò il Cagliari e non mi servirò mai del Cagliari. Voglio rendere orgogliosi i cagliaritani e i sardi che amano questi colori, i dati sugli abbonamenti parlano chiaro e quindi dovremo sfruttare questa spinta che sappiamo non mancare mai, anche nei momenti meno felici”.
IDEA TATTICA
“Negli ultimi anni ho vissuto da vicino prima mister Claudio Ranieri e poi Nicola. Il Cagliari ha usato prettamente il 3-5-2 e il 4-4-1-1. Ma oggi il modulo è relativo, conta principalmente sul discorso della fase difensiva, come difendi. Ma conta prima di tutto l’idea che hai nel modo di difendere e attaccare, noi vogliamo essere compatti senza palla e coraggiosi con la palla, questo è sicuro”.
UN VIAGGIO LUNGO DIECI ANNI
“Ogni anno al Cagliari è stato importante. Ho sempre voluto rimanere qui come priorità. La Sardegna è il mio punto d’arrivo. La vita ti sorprende: dieci anni fa ero in campo, oggi sono in panchina. È una cosa bellissima, sono passati tanti momenti che ricordo con piacere, e mi piace riguardare all’indietro col sorriso, ma poi conta ciò che fai da domattina. Ho avuto paura in carriera, nella vita, quella di non essere all’altezza. La stessa paura di quando ho preso la Primavera a stagione in corso con una salvezza da conquistare. Ma la paura ti spinge a lavorare, a provarci, è uno stimolo per crescere senza fermarsi di fronte alla difficoltà. I miei problemi fisici mi hanno fatto iniziare presto a studiare da allenatore. Il corso Uefa Pro è stato formativo, soprattutto il confronto con i colleghi. Ho scelto uno staff che possa aiutarmi, dentro e fuori dal campo. Da Giacomo Murelli, che ha molta esperienza, a tutti gli altri con cui condividerò questo viaggio. Non sono qui per fare il Guardiola o inventare chissà cosa, ma per portare idee e sacrificio, ciò che mi ha sempre contraddistinto. Voglio proseguire sulla strada che il Cagliari ha intrapreso, c’è una base solida e quindi devo mettermi in scia portando quello che è il mio pensiero, il modo di lavorare, con l’ambizione di crescere e la dedizione al lavoro”.
ADDIO A DIOGO JOTA
“Questa notizia ci ha sconvolti”, il commento di Fabio Pisacane per la morte improvvisa di Diego Jota in un incidente stradale che ha coinvolto mortalmente anche il fratello. “Me l’ha comunicata poco prima della conferenza stampa Andrea Cossu e siamo rimasti sgomenti. Lascia tre figli, ci dispiace tanto. Ci uniamo al dolore della famiglia””. Un momento di silenzio che unisce la sala stampa, prima di dare il via ufficiale alla sua nuova avventura”.