
Queste le parole di Fabio Pisacane, allenatore del Cagliari, dopo la gara giocata all’Olimpico di Roma contro la Lazio per la decima giornata del campionato di Serie A.
LAVORARE PER CRESCERE
“Quando si perde è normale doversi rimproverare qualcosa, ma oggi penso che la differenza l’abbia fatta la qualità dei singoli, specie sul primo gol. Sul secondo abbiamo voluto cercare il terzo uomo in costruzione pur con distanze troppo lunghe, dispiace in primis per Prati. Ci prendiamo anche dei complimenti ma quando non si fanno punti vuol dire che bisogna crescere. Mi porto a casa l’avere recuperato alcuni calciatori che ci daranno una mano importante per raggiungere l’obiettivo. Siamo venuti con un buon spirito, giocando a calcio, poi alla fine contano i punti e quindi vuol dire che qualcosa non è andato bene. Sono soddisfatto, anche se a metà”.
AVANTI CON FIDUCIA
“Non solo nel primo tempo abbiamo creato delle chance, questo è successo anche nella ripresa. Onore alla Lazio che vince col minimo sforzo visto l’andamento della gara. Andiamo a casa a mani vuote ma consapevoli di avere ripreso il nostro percorso in un certo modo, come vogliamo fare dal 10 luglio e come abbiamo fatto in parecchie gare sin qui. Guardiamo sempre il bicchiere mezzo pieno, una squadra come la nostra, con un obiettivo chiaro nella testa, deve farlo. Non ci siamo mai disuniti anche nelle difficoltà, in queste settimane e stasera: ripartiamo con fiducia sotto tutti punti di vista. Volevamo fare palleggio e dare qualità con Prati e Gaetano in mezzo al campo e a lungo ci siamo riusciti. Bisogna lavorare di più per essere più solidi, non dobbiamo accontentarci, la finalizzazione passa senza dubbio per la qualità e la cattiveria che dobbiamo aumentare ulteriormente. Rimaniamo tranquilli, sereni, fiduciosi e verticali, giocando così i punti li faremo senza dubbio. Con grande umiltà dico che venire oggi a Roma puntando a morire lentamente non fa parte della nostra mentalità, oggi l’abbiamo dimostrato. A volte poi la strategia ti può portare a giocare più basso, ma credo che questo gruppo abbia giocatori ed elementi in grado di portare avanti un discorso importante, come lo stiamo impostando dall’inizio della stagione con grande spirito e mentalità”.
PERSONALITÀ E CORAGGIO
“Siamo una squadra giovane, quando fai questa scelta devi mettere in conto l’errore e non puoi condannare il ragazzo quando sbaglia. Siamo in linea con i nostri obiettivi, consapevoli che occorre crescere tutti e lo si fa talvolta anche sbagliando. Tridente offensivo? Intanto come principio noi vogliamo portare avanti quello di giocare a calcio con personalità e coraggio. Se hai calciatori che hanno il calcio dentro puoi farlo, senza sfociare in presunzione, e oggi siamo venuti a Roma per giocarcela contro un avversario forte, anziché rimanere passivi e magari perdere ugualmente. Abbiamo fatto così con la Fiorentina e a Napoli, idem a Lecce e col Parma, quando abbiamo certi elementi a disposizione non veniamo meno ai nostri principi, nelle ultime gare a livello difensivo abbiamo sofferto e giocato con un sistema che non ci piace tanto”.
SUI SINGOLI
“Oggi potevamo giocare e costruire a quattro con Mina e Luperto e abbiamo sicuramente fatto meglio. Quando ti mancano calciatori così fai più fatica a costruire a quattro, con calciatori che hanno caratteristiche diverse e che devo valorizzare e sfruttare in modo differente. Penso che tutte le squadre della parte destra della classifica soffrirebbero senza Mina e Luperto o loro equivalenti. Palestra a sinistra? Lo conosco dai tempi della Primavera e già allora ha giocato a sinistra. Ha motore per contrastare un talento come Isaksen, fino al gol quando la giocata del grande calciatore lo ha e ci ha puniti. Nel calcio purtroppo non sempre basta fare tutto bene perché poi il campione ti fa male quando meno te lo aspetti. Palestra sta crescendo molto bene e sta a noi farlo rendere al meglio. Pavoletti alla Altafini? Lo conosco benissimo e se Ranieri lo definì così non posso cambiare certamente, mi auguro che Leo possa ancora fare tanti gol e continuare a dare tanto al Cagliari come fa da 8 anni e sono felice di conoscerlo come uomo, compagno di squadra e ora come mio calciatore.  Folorunsho e il problema offensivo comune in Serie A? Questa sera dovevamo cercare di fissare delle posizioni e poi da lì bisognava attaccare la profondità in modo diretto: Folorunsho era uno di questi, ci siamo riusciti a volte, anche da palla inattiva, ma non siamo stati incisivi. Oggi il calcio è dinamico, tutti lavorano per portare fuori la difesa e spostare l’avversario, da qui a volte le poche occasioni per le punte ma sono convinto che si possa fare comunque più gol coi centravanti”.
TESTA AL COMO
“Como? In Serie A gare facili non ce ne sono, l’importante è lasciare in campo cuore, anima, cervello come oggi. Sono convinto che nel cammino tutto si compensa, oggi non abbiamo raccolto, altre volte meritavamo meno, quindi lavoriamo tutto insieme e pensiamo a migliorare nel complesso”.