Fabio Pisacane è stato premiato dal quotidiano inglese “The Guardian” come “Calciatore dell’anno”.
“Un calciatore che ha fatto qualcosa di veramente notevole, sia vincendo le avversità che aiutando gli altri e risultando un esempio sportivo per eccezionale integrità”. Questa la motivazione del premio.
Nell’intervista rilasciata al giornale, Fabio ha parlato della malattia che l’ha colpito all’età di 14 anni, la sindrome di Guillain-Barrè. “È una patologia che colpisce una persona su un milione e deve fare il suo corso. Una volta che hai toccato il fondo, o risali oppure è tutto finito. In quei brutti momenti, quando credevo di non farcela, pensavo solo alla mia famiglia: non volevo abbandonare i miei cari. Ora credo che la malattia non si venuta per uccidermi, ma per rendermi più forte: altrimenti non sarei qui a parlarne”.
Fabio non si sente un esempio. “Sono una persona semplice, umile. La mia umiltà mi porta a non pensare di dover essere considerato un esempio”.
Il difensore rossoblù ha anche raccontato del suo esordio in Serie A, contro l’Atalanta, e delle lacrime del post-partita: “Non sono uno che pianifica le sue emozioni. Non ho pensato di essere di fronte alle telecamere, ero esattamente quello che tutti hanno visto: una persona che aveva superato tanti ostacoli per arrivare a quel giorno”.