Il vice allenatore Simone Barone si racconta sui canali ufficiali del Club: nella splendida cornice del Grand Hotel Billia, ha spaziato dall’attualità con le prime settimane di lavoro proposto dallo staff al passato rossoblù da calciatore, con un excursus anche sul proprio percorso personale e il ruolo anche extra campo in questa nuova avventura.
PARTENZA FORTE
“Siamo molto contenti di questa prima parte di ritiro, sia nel lavoro svolto in Sardegna sia qui a Saint-Vincent e Chatillon. Piano piano, da lunedì 22 qui in Valle s’Aosta, si sono inseriti in gruppo anche i ragazzi reduci da Europei e Coppa America, perciò siamo molto soddisfatti di come tutti stanno reagendo.
FINALMENTE CAGLIARI
“Come staff sapevamo che c’era la fortissima volontà del mister di venire a Cagliari e da parte del Club di avere lui come nuovo condottiero. Sicuramente l’attesa dell’ufficialità è stata un po’ più lunga del solito, abbiamo aspettato con serenità e pazienza, lavorando nel frattempo sulla programmazione a livello fisico, tecnico e tattico, ragionando su come organizzare le sedute di allenamento. Adesso il focus è sul fare capire ai calciatori il credo del mister, come si intende giocare nelle due fasi, con e senza palla, e piano piano arriveremo ad ottenere ciò che ha in mente: un calcio aggressivo e dinamico nelle tre zone del campo (alta, media e bassa).
CHIMICA DI SQUADRA
“La sintonia all’interno dello staff tecnico è fondamentale, ma in generale tra tutte le componenti della squadra e della Società, del mondo Cagliari insomma, e quindi anche le persone che abbiamo conosciuto arrivando qui. Tra noi c’è grande sintonia, ci confrontiamo quotidianamente col mister, e ogni giorno può nascere uno spunto importante, utile e da sviluppare nel corso della stagione. Sicuramente conoscerci da anni aiuta tanto, ma si può sempre migliorare.
RAPPORTO COI RAGAZZI
“Personalmente cerco di portare la mia esperienza che arriva da una carriera ad alto livello, e dall’avere giocato in squadre con obiettivi differenti, dalla salvezza all’Europa passando per i Mondiali con la Nazionale. Con i ragazzi mi piace avere un rapporto diretto: talvolta mi viene chiesto dal singolo, in altre occasioni sono io che faccio un passo per promuovere un certo tipo di rapporto e conoscenza che poi può aiutare tutti sul campo. Sia io che il mister siamo stati calciatori quindi conosciamo le dinamiche di spogliatoio, questo conta anche se poi l’approccio deve essere sempre molto attento curando il dettaglio”.
PERCORSO PERSONALE
“Nella parte finale della mia carriera da calciatore ho sviluppato la passione per la professione di allenatore. Ho cercato di prendere qualcosa dai tecnici con cui ho avuto a che fare. Ho operato tanto nei Settori Giovanili in realtà diverse per strutture, obiettivi e possibilità, quindi l’utilissima esperienza in India anche per affinare la padronanza dell’inglese. Dal 2022 lavoro accanto a mister Nicola”.
DI NUOVO IN SARDEGNA
“Fu una stagione (2009-2010) molto bella, che i tifosi ancora ricordano. È vero, giocai poco, ma non per questo la considero un’annata è meno significativa, anzi. A Cagliari vissi un’esperienza indimenticabile, nel 2010 nacque il mio primo figlio, quindi il ricordo è forte sia per me che per mia moglie. In Sardegna ritrovai, tra l’altro, alcuni ex compagni di avventure precedenti, conobbi mister Allegri che è uno dei migliori e dai quali ho cercato di apprendere. E poi ho conosciuto l’Isola, dove il Cagliari rappresenta una vera e propria ragione di vita, una Nazionale con un rapporto fortissimo con la propria gente”.
SENSO DI APPARTENENZA
“L’ho detto anche al mister quando si è paventata questa possibilità: se indossi la divisa del Cagliari non sei solo in una squadra di calcio ma rappresenti una regione intera, una sorta di nazione, e questo significa tantissimo. Noi non possiamo fare altro che lavorare duramente e metterci la stessa passione dei tifosi per regalare loro delle soddisfazioni”.