Dal ritiro estivo di Pontedilegno il nuovo protagonista sui canali ufficiali del Club è Gennaro Borrelli, nuovo attaccante del Cagliari. L’attaccante classe 2000 ha raccontato il suo percorso, le sue emozioni e l’entusiasmo per questa nuova avventura in Sardegna.
UNA VITA PER IL CALCIO
“A casa mia si è sempre respirato calcio”, racconta sul prato del Campo Comunale di Temù, sede degli allenamenti della squadra di Fabio Pisacane. “Mio padre (già calciatore professionista, ndr) mi ha messo subito un pallone tra i piedi, non è mai mancato. Ho fatto tutta la trafila del settore giovanile con la maglia del Pescara, sin da quando avevo 14 anni, crescendo passo dopo passo e arrivando dove sono ora. Quando ho capito di poter fare il calciatore? Direi quando con la Primavera del Pescara, nel Primavera 2, ho segnato 18 gol in 20 partite, quindi il ritiro con la prima squadra e la conferma che a un certo livello potevo starci”.
OCCASIONE IMPORTANTE
“Sicuramente penso di essere arrivato al momento giusto nel Cagliari, sento di potermi giocare questa opportunità. Dopo l’esperienza in Serie C e oltre 100 partite in Serie B, mi sento più maturo e consapevole rispetto a due stagioni fa, quando ho esordito in Serie A per poi tornare in caletteria al Brescia. Non vedo l’ora di indossare la maglia rossoblù in una gara ufficiale, dimostrare il mio valore e mettermi a disposizione”.
CAGLIARI, STORIA SPECIALE
“È un Club con una storia che parla da sola. Una piazza con un seguito clamoroso in ogni dove, servono senso di appartenenza e di responsabilità. Rappresentare una Società così è un onore e bisogna mettere in campo tutto ciò che si ha dentro per essere all’altezza. Conoscevo già il Direttore Sportivo Angelozzi, ho trovato il Mister che mi ha trasmesso grande fiducia fin dal primo giorno con parole. Non vedo l’ora di giocare, l’accoglienza all’aeroporto è stata incredibile, mi ha colpito. Ho trovato un gruppo ottimo, i ragazzi mi hanno accolto al meglio, conoscevo già Zappa per l’esperienza di Pescara e con Veroli eravamo addirittura insieme nel convitto ai tempi bianco-azzurri. Entrare in un gruppo così è sicuramente più semplice”.
STILE DI GIOCO
“Per me, come è giusto che sia per un attaccante, il gol è tutto, ma è fondamentale innanzitutto essere utile alla squadra, essere un giocatore funzionale. Mi immagino già il boato dell’Unipol Domus in sottofondo: sono pronto a dare il massimo per questi colori. Non posso che promettere impegno, dedizione e rispetto per questa maglia. Onorarla e rappresentarla al meglio è la prima cosa”.