Paulo Azzi ha parlato a “La Nuova Sardegna” in edicola oggi, lunedì 18 novembre. L’esterno italo-brasiliano ha spaziato tra la sfera personale e quella professionale, tracciando una riga sul momento della squadra rossoblù in questo primo scorcio di stagione.
L’ETÀ DELLA MATURITÀ
“Credo di averla raggiunta, come calciatore e come uomo. È un buon momento per me, mi sento bene ma so che posso ancora dare tanto. Quello che succederà in futuro non lo so, ma la mia voglia di allenarmi e migliorare è rimasta intatta. La fede? Faccio parte di un gruppo che si chiama Atleti di Cristo, ci incoraggiamo e sosteniamo l’uno con l’altro. Ci incontriamo, parliamo tra di noi e aiutiamo i più giovani. Un momento chiave della mia carriera è stato il periodo del Covid: io, mia moglie e miei figli chiusi in casa, davvero un momento complicatissimo; ho pensato di tornare in Brasile e smettere col calcio, cominciando a fare altro. Perchè non l’ho fatto? Vivo la vita con uno scopo, credo in Dio e riesco ad affrontare tutto con forza e coraggio. C’era una voce che mi diceva: non mollare, non mollare, vai avanti. Ho fatto bene ad ascoltarla”.
LA PASSIONE PER IL CALCIO
“Tutto nacque da bambino, ricordo i Mondiali di Corea del Sud e Giappone nel 2002, avevo 8 anni e fu una festa pazzesca, lì capii la mia passione e chiesi a mio padre di iscrivermi alla scuola calcio. Arrivai in Italia a gennaio, a Padova: faceva freddo, per un brasiliano non il massimo, sentivo la solitudine, ma ho affrontato tutte le sfide con determinazione e ce l’ho fatta, portando anche mia moglie qui per costruire un futuro insieme. I miei figli, Giulia e Tommaso, stanno bene qui e hanno la loro vita, con loro accanto posso affrontare tutto”.
L’AVVENTO DI MISTER NICOLA
“Il rispetto è un grande valore per lui, come per mister Ranieri che abbiamo avuto negli anni scorsi. Le abitudini sono le stesse, si sta insieme e si parla tanto, ci si conosce, il modo migliore per fare gruppo. Un compagno con cui ho legato in modo speciale? Mi trovo bene con tutti, se devo indicarne uno dico Mina, che ha giocato in Brasile e con il quale parlo in portoghese: ci ha dato carisma, esperienza, spirito positivo”.
CAGLIARI, GRANDE AMORE
“In questo momento sono felice di essere qui: porto i bambini a piedi a scuola, vado al supermercato sotto casa, la gente mi conosce, è cordiale. Il clima qui è ideale. Potrei anche restare in futuro, chissà. Sento la fiducia dei tifosi nei miei e nei nostri confronti, come squadra. Loro sanno che l’impegno non manca mai, rappresentano un stimolo a migliorarci. Quello che posso promettere è che in campo daremo sempre tutto, fino alla fine”.
GLI ASPETTI TECNICO-TATTICI
“Gioco indifferentemente sulle due fasce, basso o alto, ma anche come quinto della linea difensiva. L’importante è stare bene fisicamente e mettersi a disposizione. Veniamo da un bel pareggio, giocando bene contro una grande squadra come il Milan. Il calcio è fatto di episodi e momenti chiave, l’anno scorso il pari con l’Udinese ci diede la carica e da quel momento le cose hanno funzionato per il verso giusto, può darsi che avvenga così anche in questa stagione”.