I consiglieri di amministrazione non ne volevano proprio sapere. Trentasette milioni e mezzo per un diciannovenne dalla Serie C? Troppi. Il general manager Andrea Arrica, però, si era impuntato: sulle qualità di quel giovane scommetteva ad occhi chiusi. Si fidava del suo istinto e del giudizio dei suoi osservatori. E la storia gli diede ragione. Quel ragazzino, Riva da Leggiuno, provincia di Varese, divenne presto Gigi Riva, il più forte attaccante italiano di tutti i tempi. Una leggenda, semplicemente. In campo e fuori.
Era riluttante al trasferimento in una Isola sconosciuta: si trasformò in un capo popolo, simbolo di quella Terra. Ha trovato una nuova famiglia in tutti i Sardi che l’hanno accolto a braccia aperte come uno di loro sin dal primo giorno. Non li ha mai traditi. È stato leader incorruttibile, sordo a tutte le remunerative proposte degli squadroni del Nord. Bomber di stirpe guerriera, metteva la testa dove gli altri avevano paura di mettere il piede. Con gli altri corsari rossoblù ha portato nell’Isola uno storico Scudetto.
Rombo di Tuono, l’ha ribattezzato Gianni Brera, per evocare la potenza di un sinistro al fulmicotone. Rimane il miglior cannoniere azzurro di sempre: 35 reti in 42 partite, una media eccezionale. Eroe oltre i confini del tempo, lo scorrere degli anni rafforza la leggenda: oggi festeggiamo il suo 79° compleanno.
A cent’annus, Gigi!