In occasione della prima edizione del Trofeo Gigi Riva, è andato in scena al Rettorato dell’Università degli Studi di Cagliari il talk istituzionale dal titolo “Sport, Crescita e Sviluppo”. L’evento – inserito in una giornata interamente dedicata alla memoria del grande uomo e campione – si è caratterizzato come un momento di riflessione e visione sullo sport, motore di sviluppo sostenibile, innovazione infrastrutturale e identità territoriale, nel solco dei valori incarnati da Gigi Riva: coerenza, sacrificio, appartenenza.
Un confronto autorevole e ispirato sulla trasformazione dello sport italiano, alla luce delle sfide globali e delle opportunità legate a visione strategica, capitale umano e infrastrutture. Lo sport e la finanza nel panorama italiano, la sostenibilità economica e i partenariati pubblico-privati, le nuove infrastrutture e l’impatto sullo sviluppo urbano, il ruolo delle federazioni nell’innovazione del modello sportivo, il radicamento territoriale come leva competitiva. Questi alcuni degli argomenti di un dibattito introdotto dai saluti istituzionali del Rettore dell’Università degli Studi di Cagliari Francesco Mola, il Presidente del Consiglio Regionale della Sardegna Piero Comandini, il Presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio Gabriele Gravina.
Il talk, moderato dalla giornalista Virginia Saba, ha visto confrontarsi il Ministro per lo Sport e i Giovani Andrea Abodi, il Presidente della Federazione Italiana Tennis e Padel Angelo Binaghi, il Presidente del Gruppo Unipol e il presidente del Cagliari Calcio Tommaso Giulini.
Andrea Abodi, Ministro per lo Sport e i Giovani | “Tommaso Giulini mi chiamò una decina d’anni fa, nel giorno della retrocessione del suo Cagliari e mi disse ‘Faccio lo stadio’, prima di pensare alla squadra. E questo fa capire quanto sia solido il suo sentimento. Lo stadio va oltre la concretezza, è identità, radici, è futuro: ci rattrista che dopo dieci anni siamo ancora qui a parlare di stadio, siamo tutti d’accordo ma non succede ancora. E va fatta una riflessione su questo. Stiamo provando, come istituzioni, a fare gioco di squadra. Dopo dieci anni siamo arrivati al dunque: che questo stadio possa veder luce è il sogno di tutti noi. Il mio, a seguito del presidente Giulini, da più di dieci anni. Ho visto tante carte in questo lasso di tempo, siamo diventati amici con tutta la sua squadra anche solo nel condividere il sogno dello stadio. Pisacane? Mi ricordo il suo percorso sportivo ed etico. E credo che la scelta del presidente Giulini non dipenda solo da quanto fatto sul campo, ma perché ha individuato la persona che c’è dietro. Penso a lui, penso a Simone Farina: entrambi hanno avuto il coraggio di denunciare, ma non sempre questo mondo poi ti aiuta. Le qualità di Gigi Riva che avrei voluto? È stato uno dei riferimenti della mia passione per il calcio. Gigi era unico nel suo genere: un uomo sincero e sensibile, leale e appassionato. In Sardegna ha trovato tutto quello che cercava, la tranquillità e la quiete, la capacità di saper apprezzare quello che la vita ti offre. Magari aver avuto le sue qualità”.
Tommaso Giulini, presidente del Cagliari Calcio | “Volevamo ricordare Gigi nel modo più opportuno, quindi con una partita di calcio. L’idea quando è mancato era di iniziare il trofeo in sua memoria con lo stadio nuovo, poi ci siamo resi conto che per quanto speditamente si sia proceduto nell’ultimo anno e mezzo abbiamo capito che non saremmo riusciti a fare in tempo e quindi abbiamo deciso di farlo adesso, perché lo dobbiamo a tutti i tifosi del Cagliari. Questa mattina voglio ringraziare soprattutto Angelo (Binaghi, ndr) e Carlo (Cimbri, ndr), perché l’idea di questo talk nasce da una chiacchierata con loro, dirigenti figli di questa terra e che hanno portato la Sardegna e l’Italia nel mondo. E a loro si è aggiunto Andrea (Abodi, ndr). Da quando è mancato Gigi sentiamo la responsabilità in più di tramandare i suoi valori e quell’identità. Lo Scudetto del 1970 è stata una rivoluzione sociale per la Sardegna: in questi due anni senza di lui siamo ripartiti lavorando su radici, senso di appartenenza e sostenibilità sotto tutti i punti di vista. Si sente parlare spesso dei fondi americani, che arrivano però a rilevare società decotte da rimettere in sesto. La Fiorentina è un esempio raro, tenuta sana dai Della Valle e poi da Commisso. Tutti i casi in cui sono intervenuti i fondi erano società sull’orlo del precipizio. Penso che per città come Cagliari, Lecce, Empoli siamo rimasti in pochi highlander italiani. E questo non significa ammazzare i sogni dei tifosi, ma fargli capire che la sostenibilità è la via per mantenere la solidità all’interno dell’azienda. Vasquez Montalban definì il Barcellona come ‘l’esercito non armato della Catalogna’. Ecco, a noi piace sentirci l’esercito pacifico della Sardegna: in questi tempi di guerra ci piace pensare di trasmettere quel senso d’appartenenza, quei valori e quell’identità che tutti i sardi, con grande sacrificio, portano avanti ogni giorno”.
Angelo Binaghi, presidente FITP | “Ringrazio Tommaso Giulini da cagliaritano, sardo e sportivo poter essere qui a ricordare la figura di Gigi Riva. Sono un ragazzo del ’60, credo di essere un testimone vivente dell’impatto sociale positivo che lo Scudetto e un grande campione come Gigi ha creato nella mia città e nella mia generazione, nella mia regione. L’impatto emozionale sulla società sarda è stato trasversale, noi siamo stati particolarmente fortunati per aver un campione positivo, uomo di grandi principi che ci ha insegnato quali linee seguire per diventare grandi uomini e grandi campioni. Credo poi di essere l’unico al mondo ancora vivente ad aver giocato a tennis con Gigi: al termine della sua carriera agonistica si innamorò del nostro sport e a lungo frequentò i campi del nostro circolo. Ma aveva un difetto, non gli piaceva perdere: per questo poi passò al golf. Sono stato invitato a Sesto Pusteria quando Sinner è diventato numero 1 al mondo: e in quell’occasione mi son permesso di far notare le similitudini tra Jannik e Gigi Riva, anche per le ricadute sulla comunità locale. Come succedeva a noi ai tempi di Gigi, anche a loro diranno ‘Sinner, Italia, tennis’. Come Gigi per la Sardegna, anche Sinner sarà un riferimento per la sua comunità. Ma pure dal punto di vista etico e umano, nello sport e nella vita: Riva e Sinner non hanno mai sbagliato un colpo”.