SALA STAMPA | Belotti incontra i media

Ultimissime - 24/09/2025

Dopo il suo esordio in rossoblù, avvenuto nella gara interna contro il Parma, e la prima doppietta – venerdì scorso a Lecce – Andrea Belotti ha incontrato i media in conferenza stampa all’Unipol Domus per fare il punto sull’attualità della squadra e andare nel dettaglio su ciò che l’ha portato in Sardegna. Ecco le sue parole.

LA GIOIA DI LECCE
“È stata una serata perfetta, vincere e convincere a prescindere dai due gol, che mi fanno ovviamente contento, ma la cosa più bella di Lecce è stata come abbiamo interpretato la partita. Nonostante lo svantaggio iniziale la squadra è stata brava a ribaltare il risultato. I due gol sono stati la ciliegina sulla torta, è stato un gran bel risultato”.

ACCOGLIENZA A CAGLIARI
“Non mi aspettavo che i tifosi alla prima partita mi chiamassero subito sotto la curva, non me l’aspettavo e mi ha toccato nel profondo, non mi ero accorto che mi volessero lì ed è stato Deiola a indicarmi di andare, una bella emozione. Mi ha fatto capire l’importanza di una tifoseria che tiene tanto a ogni giocatore che dà tutto per questa maglia. Motivo in più per noi per regalare soddisfazioni. La Società mi ha fatto capire che mi voleva fortemente, mi hanno dato tante sicurezze e tanta fiducia e per me questo è prioritario”.

SCOSSA ROSSOBLÙ
“Nelle ultime stagioni sono arrivato a centimetri da ogni cosa, il giudizio magari può cambiare se a Roma vinci l’Europa League e non perdi in finale, idem a Firenze con la Conference. L’attaccante è chiamato a determinare, si guardano soprattutto i numeri, ma dentro una partita ci possono essere tante dinamiche e tanti episodi. L’attaccante deve essere anche utile ad aiutare un compagno a segnare. In termini numerici non sono state annate superlative ma a livello di squadra penso di aver dato qualcosa di importante in ogni contesto. A Como invece è stato un po’ diverso, sono arrivato prima di tutti i grandi acquisti e non ho avuto tanta continuità, forse il mio modo di stare in campo non era perfettamente idoneo alle caratteristiche che chiedeva l’allenatore e alla sua idea di calcio, ma ci sta”.

IL RAPPORTO CON PISACANE
“Il mister ha grande conoscenza tecnico-tattica, mette tutti in ritmo, tiene tutti sulla corda, ed è fondamentale perché nel corso di una stagione c’è bisogno di tutti. Avevo visto la gara di Napoli, prima di arrivare qui, una squadra organizzata e non passiva al cospetto di una big, mi ha fatto una bella impressione poche ore prima del mio arrivo nell’Isola. Ho chiamato io Pisacane, volevo esprimergli la mia volontà di venire a Cagliari e mi premeva fargli capire che fisicamente non ero indietro ma che, con il lavoro, sarebbe arrivato tutto. È strano trovare in panchina uno con cui hai battagliato tanto in campo, però nel calcio capita, mi era successo anche con De Rossi a Roma. Ho fatto solo due settimane di stop dopo il Mondiale per Club, ho lavorato sodo, sono arrivato qui carico, in palla, voglioso di portare il mio contributo. Io cerco di dare tutto in campo, e cerco anche di andare oltre al di là del gol. Se c’è un’occasione per far segnare un mio compagno o far vincere la squadra per me è la priorità. L’importante è non aver mai rimpianti a fine gara, e nella mia vita non ho mai accettato di avere rimpianti, desidero dare tutto me stesso perché è la mia natura. Qui c’è una squadra con valori importanti, penso a Semih che deve ancora ambientarsi al meglio in Italia, Gennaro (Borrelli ndr) che ha fatto una grande gara col Frosinone al di là di gol e rigore procurato, Esposito che ha enorme tecnica, solo per rimanere all’attacco. Il rigore di Lecce? Mina mi ha proposto di tirare, io sono sempre pronto dal dischetto e ho accettato ben volentieri, sono conscio che abbiamo parecchi tiratori e quindi ogni volta vedremo chi sarà più idoneo a calciare”.

IL PASSATO E L’IMPORTANZA DELLA FAMIGLIA
“Ho avuto diverse esperienze e l’ultima è stata Como che dove si lottava per la salvezza. In carriera ho giocato con Roma, Fiorentina, Benfica, ma quando capisci di poter arrivare in una squadra come il Cagliari, che gioca sì per la salvezza ma rappresenta qualcosa di glorioso, il tuo obiettivo è sempre quello di vincere, a prescindere. Devi fare tutto il possibile per arrivare alla vittoria, ci saranno dei momenti di difficoltà, dove dovremo essere più scaltri, sempre compatti, ma qui calarsi nella parte è semplice perché c’è grande unità e sia i più esperti che i giovani hanno tanto da dare. C’è un bel clima, vedo voglia di fare, i ragazzi di prospettiva ti osservano tanto e hanno fame, i capitani indicano la via, possiamo toglierci soddisfazioni con la consapevolezza che l’obiettivo è rimanere in Serie A, centrarlo prima possibile e poi si vedrà, senza voli pindarici. Sono voluto venire con la famiglia per farle (moglie e due figlie) ambientare in fretta alla nuova città, in modo da cercar casa e stabilizzarci. La presenza della mia famiglia per me è importante, le mie figlie mi danno tanta serenità e gioia e mia moglie mi supporta costantemente”.

RICERCA DELLA CONTINUITÀ
“Quello che cercavo era continuità, allenamento dopo allenamento, per dimostrare il mio valore. Ho voluto fortemente venire qua, un giocatore penso si debba sempre meritare di giocare e nulla ti viene regalato. Bisogna essere sempre professionisti, il nostro mondo è talmente veloce che oggi ci sei e domani non ci sei più. La Nazionale? Rappresenta sempre un sogno, un obiettivo per chiunque giochi a calcio, personalmente ho vissuto momenti magici in azzurro, un eventuale ritorno passa da ciò che farò con il Cagliari, solo allora potremo parlarne nel concreto. Non è un assillo, penso a fare bene in rossoblù e poi si vedrà”.

VERSO L’INTER
“L’Inter è sicuramente una squadra tosta, sarà una partita molto difficile data la forza dei nerazzurri, ma noi dobbiamo fare la nostra partita e farci spingere dalla nostra gente, trascinare anche loro verso qualcosa di superlativo. Avremo la nostra gente accanto, può succedere di tutto e proveremo a realizzare il sogno di tutti”.

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