Caprile a “Il Cagliari in diretta”

Ultimissime - 08/05/2025

Il portiere rossoblù Elia Caprile ha partecipato alla trasmissione di Radiolina e Videolina “Il Cagliari in diretta”. Di seguito un estratto delle sue parole:

LA CENTRALITÀ DEL LAVORO
“Ho sempre creduto nel lavoro, ho sempre pensato ad allenarmi bene ogni giorno: anche quando a Napoli non giocavo, mi allevavo al massimo perché sapevo che mi sarei dovuto far trovare pronto. Se non avessi giocato lì, avrei poi chiesto di andare via in prestito: perché io sono fatto così, voglio essere protagonista, voglio prendermi la responsabilità, voglio incidere sui risultati della squadra, ovviamente spero sempre in maniera positiva, anche se a volte per un portiere può capitare di farlo in negativo. Ho preso un rischio, ma l’ho affrontato con tanta gioia: sono arrivato a Cagliari carico, volevo rimettermi in gioco. Non ho mai avuto dubbi e speravo che tutto il lavoro fatto desse prima o poi i suoi frutti”.

LA SCELTA DI CAGLIARI
“Ho provato a mettere in difficoltà mister Conte, ma poi giustamente lui ha fatto le sue scelte. Mi sono messo a disposizione sino a quando non ho avuto la possibilità di venire a Cagliari. Non ho nessun rimpianto. So che mister Nicola ha spinto tanto per portarmi qui, lo scorso anno ad Empoli sono cresciuto anche grazie a lui e al lavoro fatto con il preparatore dei portieri Sicignano, ora al Bologna. Sono rimasto sempre in contatto con mister Nicola e il suo staff. Sono molto contento di essere arrivato a Cagliari, di essermi messo a disposizione del Mister e della squadra per centrare tutti insieme la salvezza”.

PASSIONE E DIVERTIMENTO
“Per me divertirsi è fondamentale: sì certo, il calcio è un lavoro, ma anche un gioco. E io vado al campo per divertirmi: passo al Centro sportivo tante ore, cerco di fare tutto al massimo, però se non mi diverto è tutto inutile. Ricordo l’esordio in rossoblù contro il Milan, quando arrivavamo in pullman a San Siro e tra me e me pensavo: “Oggi mi voglio divertire”, perché non giocando in gara mi era mancato tanto farlo. Volevo solo divertimi e farlo in uno stadio come San Siro sarebbe stato bellissimo. Per fortuna già il primo intervento è andato bene, poi è stata discesa”.

IL RUOLO DEL PORTIERE
“La testa per un portiere fa tanto, tutto. In una partita possono succedere un sacco di cose: puoi fare una bella parata, poi dopo qualche secondo un errore e prendere gol. Oppure, al contrario, prendere subito un gol e parare il rigore decisivo al 90’. Devi sempre tenere alta la concentrazione, pensare sempre alla gara anche quando la palla è lontana. Parlo, parlo tanto, anche se i miei compagni non mi sentono. Mi hanno insegnato sin da piccolo che aiuta a restare sulla partita, a non sentirti un corpo estraneo. Crescendo impari anche a gestire l’emozione che la gara ti dà, devi saper gestire tutto – la bella parata che ti può dare euforia o l’errore – nel modo giusto. Il portiere che gioca di più con i piedi? Il ruolo è cambiato negli ultimi anni, me ne accorgo confrontando il periodo in cui sono arrivato a 16 anni in prima squadra con il Chievo. Dopo 8 anni le cose sono cambiate: al portiere viene chiesto di giocare di più la palla, di essere presente, farsi sentire, uscire. Però il portiere non prende gol se para, quindi questo resta sempre l’aspetto principale”.

PUNTARE SEMPRE AL MASSIMO
“Nel corso della mia carriera ho avuto tanti preparatori, a partire da Lorenzo Squizzi al Chievo, che oggi ho ritrovato al Cagliari: è stato lui a portami in prima squadra a 16 anni, mi ha accompagnato nel calcio dei professionisti. Poi sono stato allenato da Walter Bressan, che è stato qui in Sardegna a lungo, anche lui per me è stata una figura importante. A Leeds ci sono stati Marcos Abad e Alessandro Barcherini. Alla Pro Patria Renato Redaelli, Roberto Maurantonio al Bari, Vincenzo Sicignano all’Empoli. Tutti mi hanno lasciato qualcosa, da tutti ho sempre cercato di imparare qualcosa. Vorrei migliorarmi in tutto: a 23 anni non mi reputo un portiere fatto e finito, lavoro sodo tutti i giorni per diventare la migliore versione di me. Poi non so dove questo mi porterà, ma so che devo lavorare al massimo per cercare di raggiungere il mio massimo potenziale. Un’aspirazione? Fare un centesimo di quello che ha fatto Buffon sarebbe una vittoria”.

IL LAVORO DI SQUADRA
“I risultati non possono dipendere solo da un singolo. Certo, fa piacere essere decisivi, fare una parata che salva il risultato è una soddisfazione. Ma la partita ideale per me è quando la squadra avversaria non riesce a impegnarmi e vinciamo magari 2-0. Perché in quel caso vuol dire che abbiamo interpretato tutti molto bene la gara, non abbiamo sofferto e portato a casa i tre punti. Per vincere non serve un portiere che para e l’attaccante che fa gol, l’obiettivo si raggiunge sempre con la squadra”.

IL RAPPORTO CON LA CITTÀ
“Io e la mia compagna Emily aspettiamo il primo figlio, è una grande emozione. Cagliari ci piace molto, è una città dove si sta bene: me lo hanno detto sempre tutti, ora lo posso confermare. Abitiamo vicino al parco di Monte Urpinu, dove usciamo spesso con il nostro cane Wendy, un samoiedo. O altrimenti ci spostiamo in spiaggia, al Poetto. Piatti sardi preferiti? Dico fregula e seada, ma ovviamente mi piace molto il pesce, siamo in una città di mare. In generale, mi piace tanto la pizza”.

SOGNO AZZURRO
“Il compagno che non mi aspettavo fosse così forte? Viola, quando lo vedi allenarsi capisci subito che è un calciatore con una tecnica diversa. Con Mina parliamo tanto in campo, è importante. Futuro? Intanto pensiamo a raggiungere la salvezza. Il Cagliari ha un diritto di riscatto, saranno le due società a parlarsi. La Nazionale è un sogno che passa da quello che faccio ogni giorno con il Cagliari. Se un giorno ci arriverò, sarà perché ho dato il massimo in ogni allenamento, in ogni gara”.

VERSO L’OBIETTIVO
“Contro l’Udinese non è andata per il verso giusto, abbiamo pagato a caro prezzo due errori che abbiamo commesso. Ora siamo concentrati sul Como, con la consapevolezza che ci possiamo salvare direttamente lì, senza aspettare le altre. Ed è questo il nostro obiettivo. La vittoria con l’Hellas Verona ci ha dato slancio, manca davvero poco per raggiungere la salvezza”.

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