José Luis Palomino si è presentato ufficialmente ai tifosi e ai media nella conferenza stampa del CRAI Sport Center, rivelando le sue prime impressioni a poche settimane dall’arrivo in rossoblù. Un nuovo capitolo per la sua carriera, pronto a dare il suo contributo alla squadra sarda.
RITMO GARA
“Anche se non sono stato impiegato molto, non ho mai smesso di allenarmi e mantenere la mia condizione fisica al top, è chiaro che ho bisogno di giocare e ritrovare minutaggio e condizione. Ora inizio una nuova sfida e sono felice di essere qui a Cagliari, spero di riuscire a portare il mio mattoncino. Ho sentito di essere davvero voluto bene qui, e questa è stata una sensazione importante per me quella di capire che il Cagliari mi ha inseguito a lungo, dunque devo restituire questa stima. Il ruolo? Mi sono trovato bene come braccetto destro in carriera, pur da mancino. Dopo un anno senza giocare, ho ripreso piano piano e sto migliorando. Stiamo lavorando con il mister e lo staff per trovare la posizione migliore per me, vedremo… Un anno fa c’era questa possibilità di venire a Cagliari. Non è stato possibile concretizzarla, ma sono grato a chi ha lavorato per portarmi qui adesso. Sono felice di essere finalmente parte di questa squadra.”
TANDEM CON MINA
“Se stiamo bene entrambi, possiamo giocare insieme. Ma l’esperienza non garantisce un posto da titolare: dobbiamo lavorare ogni giorno per dimostrare il nostro valore, sarà una sana competizione tra di noi e lavoreremo per dare il nostro contributo alla causa”.
MENTALITÀ
“Ho parlato con il mister prima di venire qui, e mi ha dato l’impressione di essere un allenatore con una forte identità e tanta voglia di fare bene. Si aspetta da me mentalità combattiva e concentrazione in campo. Alcuni dei miei nuovi compagni li conoscevo già, da precedenti esperienze come avversari o ex compagni.”
FAME E AMBIZIONE
“È impegnativo e non scontato mantenere lo stesso entusiasmo dopo tanti anni, ma la voglia di migliorare e aiutare la squadra mi spinge a dare sempre il massimo. Sono pronto a questa nuova sfida, voglio dimostrare ancora tanto, l’amore per il calcio mi impone di continuare con l’atteggiamento che ho avuto per una vita e avrò sempre, dentro e fuori dal campo”.
SANGUE ARGENTINO
“Sono cresciuto lì e ci tengo molto, all’Argentina e al San Lorenzo. Anche se poi impari ad apprezzare il bel calcio in generale quando diventi un professionista, tocchi con mano tante piazze e contesti, quindi amo questo sport, la gente, i tifosi, tutto ciò che forma questo fantastico mondo”.
FAMIGLIA E SACRIFICI
“Da ragazzino ho fatto di tutto per aiutare la mia famiglia. Quegli sforzi mi hanno formato e reso più forte, come è successo anche ai miei fratelli. Ora il calcio mi ha dato molto, mi ha fatto superare tante difficoltà. Devo ringraziare per sempre mia madre, perché è stata fondamentale per me col suo esempio, l’insegnamento, mi emoziona tanto parlare di lei, della mia famiglia, del mio vissuto”.
L’AFFETTO ATALANTINO
“È stato un bel gesto. Ho tanta stima per loro dopo tutti questi anni trascorsi insieme. C’è un bellissimo rapporto, e hanno fatto davvero una cosa speciale.”
Dopo la conferenza stampa, Palomino è intervenuto anche in diretta ai microfoni di “Radio TV Serie A”.
PERCHÈ CAGLIARI
“Sono arrivato qui perché avevo già parlato con il presidente Giulini la scorsa stagione, anche se poi non ero riuscito a venire a Cagliari. Quest’anno invece si sono create le condizioni e sia il presidente, che il ds Nereo Bonato mi hanno fatto capire che contavano su di me. Questo è stato fondamentale sulla scelta di rimanere in Serie A. Sono concentrato sul fare bene qua a Cagliari, ho tanta voglia di crescere ancora e di aiutare la squadra. Quest’anno, come tutti gli anni d’altronde, sarà dura e dobbiamo lavorare per raggiungere gli obiettivi che ci siamo dati”.
DA GASPERINI A NICOLA
“Il metodo Nicola è abbastanza simile a quello di Gasperini. Ci chiede di prendere palla, creare gioco e di giocare uno contro uno, ma soprattutto di creare un’identità e di portare a casa il risultato, che è ciò che conta di più. Abbiamo giocato tre partite, dobbiamo sicuramente migliorare su vari aspetti, personalmente devo progredire e lavorare, ma sicuramente Nicola e Gasperini si assomigliano pur avendo ognuno le proprie prerogative”.
IL GRUPPO
“Ho trovato dei compagni di squadra che mi hanno fatto sentire importante da subito, che hanno voglia di lavorare, che ti fanno capire che tra noi ci dobbiamo aiutare. Però non so dire se mi sento un leader in assoluto, per me conta fare bene sia personalmente che a livello di squadra. Sono appena arrivato, quindi a livello di ambiente non posso ancora valutare Quello che so è che nelle gare casalinghe contro Roma e Como ho visto l’attaccamento da parte dei tifosi, sempre vicini a noi e rumorosi, calorosissimi. L’ambiente all’interno della squadra è ambizioso, c’è voglia di fare bene. Vediamo a fine anno cosa saremo riusciti a fare. Parliamo poco e facciamo, e alla fine vedremo giudicati”.
FUORI DAL CAMPO
“Studio, mi piace leggere, mi aiuta a rilassarmi da tutta la pressione che il calcio ti porta. Tutto questo amplia anche la mia forza mentale e mi porta a tornare sul campo più carico di prima. Anche suonare la chitarra e ascoltare la musica è qualcosa che mi rilassa e mi fa staccare, scappando un po’ da una mente sempre piena per la concentrazione sugli aspetti tecnici e di campo che dobbiamo affrontare con i compagni”.