SALA STAMPA | Mister Pisacane commenta la vittoria della Coppa Italia Primavera

Ultimissime - 09/04/2025

Un emozionato e gioioso Fabio Pisacane commenta così la vittoria della Primavera rossoblù nella finale della Coppa Italia contro il Milan, battuto 3-0.

Il mister, in sala stampa, viene introdotto e celebrato dal Direttore Generale Stefano Melis. “Voglio ringraziare a nome di tutto il club Fabio Pisacane, vogliamo dare il giusto tributo al nostro condottiero ideale. Portare un trofeo in Sardegna per noi è un grande orgoglio”.

FELICITÀ ED EMOZIONE
“Sono felice ed è inutile nasconderlo, dicono che la felicità duri pochi attimi e ora me lo godo. Come mi sono goduto l’avvicinamento a questa partita. È doveroso da parte mia ringraziare tutte le persone che sono venute fino a qui per accompagnarci in questo traguardo. Abbiamo avvertito un amore immenso dai nostri tifosi. E questo descrive tanto della forza di questo club che io ho vissuto anche da calciatore. La perfezione non esiste nemmeno dopo un trionfo, ho costruito una carriera con il profilo basso e da domani pensiamo alla Juve”.

LA FORZA DEL GRUPPO
“La cosa più bella di questo momento è proprio sentire i complimenti alla squadra. Io ho sempre detto ai ragazzi che da soli non si va da nessuna parte. Nello spogliatoio del Cagliari regna il “noi” e i ragazzi lo hanno dimostrato. Io ho sempre dato a loro coerenza e coscienza anche nei momenti difficili. Questa è una vittoria che parte da lontano, parte da Genova dove abbiamo fatto una vittoria incredibile di squadra. Ora mi sto rendendo conto quanto è difficile fare delle scelte da allenatore”.

IL PERCORSO
“Penso che quando un allenatore inizia a fare questo mestiere deve essere curioso, anche da calciatore ho sempre cercato di capire i meccanismi del calcio, cercando sempre di apprendere di più giorno dopo giorno. Ho sempre cercato di fare passare i miei valori ai ragazzi e sono valori che ho appreso dagli allenatori che ho avuto in carriera”.

MENTALITÀ
“Quando ho iniziato in panchina sono stati più gli altri a darmi questa lode di gestore, ma vedremo in futuro se è davvero così. Il mio motto è e resterà sempre quello di tenere il profilo basso senza avere paura di nessuno. Sognavo di vincere un trofeo, non mi aspettavo di farlo così presto. La Serie A per me vale un mondiale, specie per il mio fisico, l’ho sempre detto quando ero calciatore. Ma ci sono riuscito grazie al carattere e alla voglia di non mollare unita all’ambizione. Dedico la vittoria alla mia famiglia e a mio figlio Andrea che a scuola ha scritto una specie di tema dove scrive che non ero più presente a casa. Questa strada da allenatore fa capire anche questi sacrifici e ora è giusto dedicarla a lui. La mia storia? Penso tutti i giorni a quello che mi è successo nella vita con la malattia, è un ricordo passato e do ancora più valore alla vita adesso, sia nel quotidiano fuori dal campo che nel calcio. Al triplice fischio oggi ho provato una felicità dentro incredibile, pura e totale”.

MERITO ALLA SQUADRA
“Sicuramente il merito è dei ragazzi, sono loro che vanno in campo, io ho il merito di farmi seguire e cerco di farlo essendo molto partecipe. Sono convinto che con i giovani ci sia bisogno di grande partecipazione perché rimanere concentrati e attenti contro un avversario simile è fondamentale e non è semplice”.

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