🎙️INTERVISTA | Adopo con Il Corriere dello Sport

Prima Squadra - 07/09/2025

Il centrocampista rossoblù Michel Ndary Adopo si è raccontato in esclusiva al quotidiano “Il Corriere dello Sport”, in edicola oggi. Di seguito un estratto delle sue dichiarazioni:

LE ORIGINI
“Sono nato a Villeneuve-Saint-Georges, vicino a Parigi, ma mi sento anche africano. Mio padre Choangai è ivoriano, mia madre Anna è senegalese. Un bel melting pot considerato anche che mia nonna è indiano-vietnamita. Mio padre e mia madre sono due ingegneri informatici, ho due sorelle. Siamo una famiglia molto unita, i miei genitori hanno faticato molto per portare avanti gli studi. Si sono conosciuti negli Stati Uniti, dove stavano perfezionando gli studi. Per loro non è stato facile, ma ce l’hanno fatta”.

UN SOGNO CHE SI REALIZZA
“A 13 anni giocavo in una squadra della mia zona, il Torcy, quando ho fatto un provino con il Torino. È andato bene, mi hanno preso e ho iniziato la mia carriera. All’inizio ho firmato un contratto di solo un anno. Avevo, insomma, dodici mesi per dimostrare di essere un giocatore, l’occasione è capitata in finale di Coppa Italia Primavera. Ho giocato bene e abbiamo battuto il Milan. Così, è arrivato il primo contratto da professionista. Era un sogno che si realizzava”.

ALLA SCOPERTA DELL’ISOLA
“Non conoscevo la Sardegna prima di arrivare qui, è un posto fantastico. La gente sorride. In Francia sembra che nessuno abbia tempo, corrono tutti. Adoro le persone e il cibo, si mangia in maniera fantastica”.

IL MISTER E I COMPAGNI
“In squadra c’è un ottimo ambiente. Il Mister mi chiede di difendere e attaccare. Vorrebbe che fossi un uomo di equilibrio del centrocampo, un po’ come Anguissa nel Napoli e, soprattutto, Ederson nell’Atalanta. Ci ho giocato all’Atalanta, un giocatore formidabile, il mio preferito in Serie A come centrocampista. I compagni di squadra che frequento di più? Obert, che mi fa ridere molto, e Felici. A centrocampo, in questa prima fase, ho giocato maggiormente con Prati e Deiola. Più passa il tempo più Matteo diventa sicuro di sé; Alessandro è un leader, ti supporta col gioco e con la voce. È un punto di riferimento”

LOTTA SALVEZZA
“La lotta salvezza sarà lunga e complicata. Stiamo lavorando sodo, dobbiamo essere aggressivi e veloci, come ci chiede il Mister. Siamo un bel gruppo, diremo la nostra. Domenica prossima col Parma sarà una sfida importante”.

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