Mattia Felici a “Il Cagliari in diretta”

Ultimissime - 06/11/2025
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Mattia Felici è intervenuto negli studi di Radiolina all’interno della trasmissione “Il Cagliari in diretta” condotta da Alberto Masu e Fabiano Gaggini.

OBIETTIVO CRESCITA
“Fa male quel gol annullato col Bologna, sopratutto perché dopo ne ho fallito uno peggiore, nel senso che forse era anche più semplice rispetto alla prima occasione. Dispiace perché potevamo sbloccarla contro una grande squadra come il Bologna, poi abbiamo perso. Forse ho perso l’attimo davanti a Ravaglia, sono attimi in cui puoi magari pazientare una frazione di secondo oppure essere più rapido, oggi forse avrei più sicurezza e non la sbaglierei. In ogni caso andiamo avanti con fiducia e voglia di lavorare tutti insieme per migliorare ogni aspetto”.

IL GOL DI VERONA
“A Verona era una gara non semplice, stavamo soffrendo. Sono entrato e ho perso subito due palle perdendo il duello col marcatore diretto, alla terza è andata bene col dribbling e il dialogo con Pavoletti, ne ho parlato anche col mister”.

SEMPRE PIÙ MATURO
“Un anno in più di Serie A alle spalle conta molto, nella scorsa stagione ero acerbo e ho sbagliato tanto, in tal senso mister Nicola è stato fondamentale. Ora ho più certezze e si vede, mi piace puntare l’uomo, dialogare con i compagni, in campo cerco di divertirmi. Un idolo? Totti sicuramente, anche se come ruolo non c’entra nulla. Io sono un centrocampista esterno, o attaccante esterno, mi definirei così. Il gol? È il sale del calcio, è la nostra vita, mi piace anche fare assist anche se la rete che si gonfia è qualcosa di magico. Il primo in Serie A ti dà una gioia indescrivibile, non saprei spiegare cosa si prova, come una bomba che ti esplode dentro e ti toglie un peso”.

FAMIGLIA FONDAMENTALE
“Mio nonno è sempre stato al mio fianco, mi accompagnava agli allenamenti, le prime dediche sono per lui ma in generale per tutta la famiglia perché il loro supporto è decisivo. Mi affiancano in ogni momento, in ogni scelta, anche qui a Cagliari sto lavorando anche grazie a loro per crescere ed essere sempre più pronto”.

SEMPRE SUL PEZZO
“Oggi con i cinque cambi parlare di titolari e riserve è sbagliato, direi che ci sono 15-16 titolari, non è semplice incidere entrando in corsa, non è automatico ma quando ci riesci ti dà grande soddisfazione. Partire dal 1′ piace a tutti, ma bisogna rimanere sempre sul pezzo. Stiamo facendo bene, forse col Sassuolo è l’unica partita che davvero abbiamo giocato sottotono, contro la Lazio i numeri hanno detto che siamo vivi, un gruppo unito, ci è mancato il gol ma magari reti e punti arriveranno molto presto, bisogna perseverare. A Roma abbiamo tirato fuori una prestazione di livello, nella ripresa la Lazio ha cambiato passo e con due tiri di due campioni l’ha decisa. Andiamo a Como con fiducia, l’abbiamo preparata bene, certo troviamo una squadra tra le più in forma della Serie A ma non abbassiamo la testa. Come si ferma Nico Paz? Con Yerry Mina… (ride, ndr). Caprile? Ci dà grande sicurezza, è un portiere fortissimo, ha fatto parate pazzesche in ogni gara, lui e Yerry ci danno solidità, servirà il contributo di ognuno di noi per fare risultato a Como”.

MISTER E PAVOLETTI, PUNTI DI RIFERIMENTO
“Con Pisacane abbiamo un rapporto speciale, ci conosciamo dai tempi di Lecce quando lui era all’ultimo anno da calciatore, c’è una tale sintonia che ormai lui capisce al volo guardandomi in faccia il mio stato d’animo. Il mio numero? Si prende i meriti Pavoletti, dice che il 17 porta bene perché ho già segnato due gol, lo scelsi pensando alla mia data di nascita. Con Leo c’è un bel rapporto, a Verona mi ha dato una palla importante, è un grande capitano che ti supporta su ogni aspetto; e nelle sponde è davvero bravo, il migliore del nostro gruppo da quel punto di vista. Io leader? È presto, sono ancora giovane, il mio amico Zappa lo chiamo capitano perché è qui da tanto ed è molto maturo, per me c’è tempo”.

TABÙ UNIPOL DOMUS DA SFATARE
“Dobbiamo fare qualcosa in più in casa, deve essere il nostro fortino, dispiace avere perso tre partite all’Unipol Domus ed è un obiettivo quello di migliorare sotto questo aspetto. Giocare nel nostro stadio è splendido, ho il sogno di fare gol sotto la Curva Nord, tra le nostre mura c’è una spinta senza eguali e dobbiamo sfruttarla meglio”.

ESPERIENZA DA AFFINARE
“Siamo una squadra molto giovane, io che sono del 2001 forse sono tra i più esperti ed è tutto dire (scherza, ndr), è bello avere questo gruppo con entusiasmo, ci sta sbagliare qualcosa in più perché fa parte dell’esperienza che puoi aumentare solo giocando. Io e Cagliari? Sto benissimo, sto cercando casa perché in questa città vorrei fortemente avere comunque un legame, al di là del percorso calcistico che si vedrà quale potrà essere anno dopo anno”.

UNITÀ E SENSO DI APPARTENENZA
“Questo Club è unito, dal presidente in giù. Oggi era al campo con noi il presidente, quando i vari impegni glielo consentono è al nostro fianco, c’è uno spirito di unità totale e siamo tutti convinti di poter fare bene sotto ogni punto di vista. Il mister ci dà enorme serenità, personalmente mi trovo molto bene su tutta la linea, e non è solo una questione tecnica ma anche ambientale. Quando ti ritrovi in questo contesto puoi giocare ovunque, il ruolo e la collocazione in campo viene dopo. Belotti? Ci manca, è un ragazzo fortissimo dal punto di vista tecnico e morale con la sua esperienza, ci manca dentro e fuori dal campo, ma chi sta giocando al suo posto non sta demeritando. Speriamo di ritrovare presto Andrea, magari prima della fine stagione”.

SLIDING DOORS
“Non so cosa sarebbe successo se fossi andato via dal Cagliari la scorsa estate come si vociferava, ho sempre detto di stare benissimo in Sardegna, il destino ha voluto che proprio dopo la chiusura del calciomercato abbia segnato il primo dei due gol del mio campionato. Personalmente non ho mai saputo niente di un trasferimento, sono sempre stato mentalizzato sulla mia esperienza rossoblù, sono felicissimo qui e contento di come sta andando questo inizio della mia seconda stagione”.

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