
Una premiazione simbolica che non dimenticheremo facilmente quella in programma all’Unipol Domus nel pre partita di Cagliari-Sassuolo. Piero Massa, storico magazziniere del Cagliari Calcio, riceverà una maglia celebrativa dalla società in occasione del suo prossimo pensionamento. Sarà la sua ultima gara al fianco della squadra dopo oltre tre decadi di onorato servizio, contraddistinti da impegno e positività.
Da sempre parte integrante dello staff dei magazzinieri, Piero in questi ultimi anni ha condiviso il lavoro quotidiano con i colleghi Marco Meloni, Suresh Krishantha e Federico Napoli, occupandosi con cura del dettaglio di tanti piccoli aspetti logistici legati alla prima squadra: dagli spogliatoi da allestire al ghiaccio da preparare, dai palloni da recuperare agli scarpini da lucidare.
Sessantasette anni appena compiuti, Piero lascia il servizio dopo una carriera interamente vissuta in rossoblù. Una vera e propria pietra miliare del Club.
Con questa premiazione, il Cagliari intende esprimergli riconoscenza e gratitudine per la dedizione dimostrata nel corso degli anni. E siamo certi che continuerà a viverci ogni giorno, anche dopo la pensione, perché per lui le porte di casa saranno sempre aperte.
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Una vita per il Cagliari. Si potrebbe riassumere così la storia che stiamo per raccontare: quella di Piero Massa, il più conosciuto tra i magazzinieri rossoblù. Piero da Quartucciu, nato a Gairo il 15 settembre 1958, arrivato al Cagliari grazie a Gigi Piras.
“L’ho conosciuto passavo da Via delle Serre a Quartucciu, vicino casa sua. – ricorda l’ex bomber rossoblù – Voleva che fossi il suo padrino di cresima, e così è stato”.
Erano gli anni di un Cagliari che ritrovava l’amara Serie B, smaltiti i fasti dello Scudetto. Ma erano anche gli anni della coppia tutta sarda Piras-Virdis e del sesto posto in campionato firmato da mister Tiddia. Si giocava al Sant’Elia e ci si allenava spesso nel campetto davanti ai distinti del vecchio stadio. “Il suo desiderio era venire agli allenamenti e alle partite, così decisi di portarlo con me”, prosegue Piras. “Gli furono affidati piccoli compiti insieme ai magazzinieri, e per lui fu fondamentale anche la figura di Efisio Meloni, un’altra icona rossoblù e quartuccese come Piero”.
Impossibile contare quanti dirigenti, allenatori e giocatori lo abbiano conosciuto negli anni. Un uomo dall’allegria contagiosa, che unisce almeno cinque generazioni e che ha condiviso – con chi ha avuto la fortuna di incrociarne il destino – gioie e dolori, fatiche e sacrifici.
La Serie C e il fallimento sfiorato, la rinascita con gli Orrù, la cavalcata europea in Coppa Uefa, la presidenza Cellino, la presidenza Giulini, il gol di Pavoletti a Bari: Piero c’era sempre. Presenza costante e amata da tutti.
“Gli volevamo bene – racconta ancora Piras – e sapere quanto sia stato importante il Cagliari per lui mi rende felice. Tutt’oggi appena mi vede allo stadio mi saluta con affetto e gratitudine. Figure come lui trasmettono a chi arriva qui in Sardegna quel senso di identità che non esiste in nessuna altra squadra”.
La storia di un uomo che va in pensione, ma anche quella di un eterno ragazzo: curioso, pieno di entusiasmo, innamorato dei colori rossoblù proprio come allora. E se oggi il Cagliari saluta il suo magazziniere, non può che farlo con un sorriso grande così, lo stesso che lui ha saputo regalarci ogni giorno, anche nei momenti più difficili. Perché solo chi sa sorridere sempre alla vita può davvero considerarsi un NUMERO UNO.
Vero, Piero?