POST GARA | Le parole di mister Ranieri

Ultimissime - 23/05/2024

Al termine della gara contro la Fiorentina, l’ultima sulla panchina del Cagliari, dopo essere stato a lungo omaggiato dal popolo rossoblù che ha gremito l’Unipol Domus, mister Ranieri si è presentato davanti ai microfoni dei media per raccontare tutte le sue emozioni.

TUTTI IN PIEDI PER IL MISTER
“Il saluto del pubblico è stato qualcosa di incredibile, meraviglioso dall’inizio alla fine. Anche di inaspettato: l’arbitro non fischiava per cominciare la gara, non mi aspettavo quel lungo applauso dei miei ragazzi, della Fiorentina, di tutti i tifosi. Poi finita la partita ho potuto ringraziare al microfono il pubblico che ha riempito lo stadio, è stato bellissimo. È stata una giornata meravigliosa già da questa mattina, da appena mi sono svegliato, una giornata particolare che porterò per sempre nel cuore”.

SULLA GARA
“Ringrazio tutti i tifosi, ringrazio i miei ragazzi: non meritavamo di perdere oggi questa gara. Hanno fatto una partita bellissima, intensa. Abbiamo creato tanto, segnando quattro gol, anche se due sono stati annullati per fuorigioco. I ragazzi hanno dato tutto, hanno lottato fino alla fine”.

PER SEMPRE GRATO
“Sarò sempre grato al popolo sardo, la gente è meravigliosa, mi ha voluto bene dall’inizio: è qui che è iniziata la mia carriera, è qui che è iniziato tutto 35 anni fa. Qui rappresenti tutta un’Isola, i nostri tifosi ci hanno sempre sostenuto, seguito ovunque siamo andati. E sappiamo bene quanto per via dei trasporti sia difficile, purtroppo, spostarsi dalla Sardegna. I nostri tifosi fanno sacrifici enormi. In trasferta avremmo voluto regalar loro qualche sorriso in più, ma per fortuna abbiamo vinto contro Empoli e poi a Reggio Emilia: lì è stato il momento più bello della stagione, la salvezza per me vuol dire tanto, significa dare una gioia a tutta l’Isola. Per me questo vale tantissimo”.

LA CHIUSURA DI UN CERCHIO
“Il presidente Giulini mi ha chiesto di ripensarci, è stato il primo; poi la squadra. Ma c’è un inizio e una fine per tutto. È giusto così: chiudere il cerchio in questa maniera, dove avevo iniziato, è qualcosa che sognavo ed il sogno è stato meraviglioso. Questa è stata la mia ultima squadra di Club. Arriverà il momento in cui mi mancherà tutto questo: scendere in campo, l’esame della partita. Ora, però, cercherò di godermi di più la vita: ho viaggiato tanto, ma ho visto poco. Alberghi, stadi. Ora che avrò più tempo, andrò in giro a godermi le bellezze dell mondo e passerò più tempo con la mia famiglia: mia moglie Rosanna, mia figlia Claudia, i miei due nipotini Orlando e Dorotea. E riverrò, ovviamente, anche qui a Cagliari. Se dovesse arrivare una proposta allettante di una Nazionale? Ci penserò. Altrimenti con il calcio è finita qui”.

L’IMPORTANZA DI RESTARE IN SERIE A
“Per cercare di competere il Presidente mette tanti soldi, ma ci sono proprietà – non parlo solo delle big, ora saliranno in A anche Parma e Como – che di soldi ne hanno davvero tantissimi a disposizione. La Serie A è diventata molto difficile: i tifosi allora devono stare vicini alla Società, alla squadra, il Cagliari è un bene troppo prezioso e va salvaguardato come una reliquia. La squadra deve dare tutto, i tifosi dovranno sostenerla, a prescindere dal risultato. Questa è la cosa più importante. I tifosi hanno scritto che la salvezza non è abbastanza? Ripeto, la Serie A è complicata, bisogna pesare anche le altre squadre. La Serie A è un patrimonio e se si retrocede poi risalire è molto dura. A tifosi ho detto sempre, sin dal primo giorno, di soffiarci dietro per superare insieme i momenti difficili. Così è stato. Dovranno continuare a farlo. Non c’è cosa peggiore che giocare in casa e sentire il proprio pubblico che rumoreggia, fischia: diventa pesante, rischi di bloccarti. Tutto l’ambiente deve dare una mano e stare vicino alla squadra: la Serie A è un bene troppo importante, ricordiamocelo sempre”.

BUONE BASI PER IL FUTURO
“Tra i calciatori che sono arrivati c’è chi si è adattato prima, chi dopo. Chi ha reso di più, chi meno. È normale, sarebbe troppo bello indovinare tutti gli acquisti quando si cambia tanto. Ci sono stati degli errori? Vorrà dire che la Società ne farà tesoro per l futuro. In rosa poi ci sono anche tanti giovani che hanno fatto passi da gigante, come Kingstone per esempio: sono contento che abbia trovato il gol oggi, il suo primo in Serie A. È come un puledro allo stato brado, va aiutato a crescere, ma quando vede la porta ti fa male, lo ha dimostrato stasera”.

L’INSEGNAMENTO DEL MISTER
“Ho sempre detto ai miei calciatori che chi si piega nel calcio, è destinato a farlo anche nella vita: nello sport occorre essere leali, tenaci, non bisogna mollare, occorre imparare dagli errori, senza cercare scuse. Quando ho sbagliato ho sempre detto davanti ai miei ragazzi: “Scusate, questa l’ho toppata io, non sono riuscito ad aiutarvi”. Non mi sono mai nascosto, mai dato per vinto. L’errore è di chi lavora e non ho mai avuto paura di prendermi le responsabilità, senza dare le colpe a nessuno. Spero che questi aspetti, uniti al fatto che non si debba mollare mai, siano entrati a far parte del bagaglio di ogni mio calciatore”.

CAGLIARI NEL CUORE
“La fortuna non ti casca addosso, va cercata. Io sono stato un uomo fortunato: volevo fare il calciatore, sono riuscito a farlo. Poi a 30 anni ho cercato di comprendere se ne capivo di calcio, ci ho provato e ci sono riuscito. Da calciatore non sono stato un grande campione, ma da allenatore mi sono divertito tanto. Per me è stato un onore essere nel mondo del calcio. Ho vinto un campionato con il Leicester, è stata un’impresa: ma Cagliari è Cagliari”.

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