Al termine dell’allenamento di rifinitura a porte aperte all’Unipol Domus, davanti ad oltre 2.000 tifosi che hanno incitato la squadra dalla Curva Nord, mister Nicola ha incontrato i media per presentare la gara di domenica sera contro la Juventus.
IN CLIMA PARTITA CON I TIFOSI
“La rifinitura a porte aperte non è tanto servita a caricare noi o la nostra gente, è stata una scelta funzionale per farci entrare da subito in clima partita. Anche questo è allenamento: vivere la passione dei nostri tifosi già oggi, farla nostra, tenere già alta l’attenzione. La preparazione alla gara questa settimana è stata molto intensa, sappiamo di affrontare una squadra di livello: la Juventus è abituata a vincere, ma noi quando ci siamo distinti lo abbiamo fatto attraverso organizzazione, fiducia, entusiasmo, soprattutto determinazione. L’unico modo per poter continuare a perseguire il nostro obiettivo è quindi quello di mantenere un’elevata umiltà, ma non smettere mai di utilizzare il coraggio per migliorare”.
L’ANALISI DELL’AVVERSARIO
“Ho visto la gara della Juventus in Olanda, non sono tanto d’accordo con quanto è stato detto. Secondo me hanno fatto un’ottima gara quanto meno per un’ora, contro una squadra che teneva un ritmo importante. E se poi il tiro di Vlahovic fosse entrato, la situazione sarebbe probabilmente cambiata. Per noi è una partita che ci mette di nuovo nella condizione di poter migliorare: la Juventus ci dà l’opportunità di farlo. Attuano un calcio molto moderno, dal punto di vista della lettura non sono facili da affrontare: costruiscono in più modi, sono abili a imbucare un mediano tra i due centrali avversari, a costruire a tre, bloccando un terzino ed alzandone un altro; trasformano in maniera molto fluida un centrocampo con due mediani ad un solo punto di riferimento e due mezzali; portano costantemente 4/5 calciatori ad attaccare la linea difensiva, alzano in ampiezza i terzini, Weah gli ha dato anche più efficacia dal punto di vista offensivo. È una squadra costruita per giocare a certi livelli, abbiamo l’umiltà per riconoscerlo. Sappiamo anche però che quando ci siamo distinti lo abbiamo fatto con la consapevolezza di voler portare avanti la nostra identità. Incontriamo ogni avversario con lo spirito giusto: questo significa non solo proporre, ma riconoscere il suo valore. Non smettere mai da crederci, restare sempre in partita per cogliere le occasioni che saremo in grado di creare”.
MENTALITÀ E APPLICAZIONE
“Portare via l’intera posta in palio? È lo spirito con cui affrontiamo ogni gara. E quando affrontiamo avversari di livello, il desidero è ancora maggiore perché abbiamo l’interesse a confrontarci con loro. Non pensiamo però esclusivamente al risultato, per arrivare alla realizzazione di quell’obiettivo c’è un percorso da fare. Noi stiamo cercando di farlo con la speranza di poter dare ulteriori soddisfazioni alla nostra gente. Allo stesso tempo credo che in una gara del genere sia molto utile concentrarsi sulla preparazione che abbiamo fatto per arrivare a giocarcela, convinti che nello sport tutto è possibile. Mi piace pensare che in una singola gara possa sempre succedere di tutto, ma servirà un’applicazione maniacale contro una squadra del genere, sono davvero molto abili”.
LA SFIDA DELL’UNIPOL DOMUS
“Similitudini con la gara di Bergamo? Sono due squadre diametralmente opposte sia per il modo che hanno di tenere il campo sia per la scelta della strategia con cui vogliono attaccare e difendere. L’Atalanta ha uno stampo europeo, la Juventus lo sta acquisendo: il gioco che attua mister Motta è molto moderno, in parte conta lo spazio, la capacità di creare intensità nelle zone di campo, di portare una feroce riaggressione, riuscire a scivolare molto bene coprendo gli spazi del campo in base a dove c’è la palla. Sanno prendersi molto bene gli spazi quando devono attaccare in velocità, ma sanno anche palleggiare con qualità, soprattutto quando devono cercare di scardinare squadre che cercano proprio di togliere gli spazi. Noi dovremo essere in grado di andare oltre la gara di Bergamo, attuando un ordine strategico e pensato. Allo stesso tempo dovremo tenere sempre molto alto il livello di aggressività senza rinunciare a volerci impossessare della palla. Non sarà semplice, ma questa è la sfida che ci siamo posti”.
LA GARA DI ANDATA
“All’andata fu una buona gara, il Cagliari di allora ha dato vita a quello di adesso. La Juventus ha qualche calciatore diverso ora come Kolo Mauni e Kelly. Hanno Weah come terzino destro. È una squadra molto più aggressiva, molto più veloce ad arrivare nella metà campo avversaria, hanno attuato il processo di costruzione di mister Motta in maniera importante. Mi aspetto una gara diversa, anche nei ritmi. Loro stanchi? Non credo. Ormai le metodologie di allenamento per tutti portano a giocare più gare in settimana e a recuperare velocemente. Verranno agguerriti, con l’intenzione di prendere i loro obiettivi. Mi aspetto valutino che anche il Cagliari ha un obiettivo importante da raggiungere, faremo di tutto per farlo. Dovremo correre più di loro? Oggi correre non basta, il Cagliari da questo punto di vista non ha mai difettato. Bisogna correre bene, per un obiettivo specifico, senza sprecare energie. Bisogna correre con qualità per arrivare nello spazio giusto, nel momento giusto”
I SINGOLI
“Kingstone ha preso una botta al ginocchio, oggi è rimasto in personalizzato. Gaetano è rientrato in gruppo, l’ho visto bene, ma vedremo per quanto utilizzarlo, se dall’inizio o a gara in corso. Coman sta proseguendo nel suo lavoro: con lui lo staff di preparatori è davvero molto abile. Stanno centellinando il lavoro così dargli la possibilità di essere impiegato: avremmo potuto da subito aumentare i carichi, ma questo avrebbe potuto significare imballarlo. Sta proseguendo nel giusto grado di miglioramento, lo stiamo portando alla gara con la possibilità di esprimersi nel migliore dei modi. Luvumbo sta lavorando ormai a pieno regime: non dimentichiamo, però, che ha avuto una brutta distorsione, può avere il timore di subire di nuovo un evento del genere, è normale che non abbia da subito quella confidenza nei contrasti. Ma gli toglieremo questa paura dandogli – prima o poi – del minutaggio. Adopo? Sta giocando con questa continuità, da titolare, per la prima volta. Ha margini di crescita elevatissimi. Dovrà migliorare in dettagli specifici: oggi, però, non mi posso aspettare che esegua tutto bene, ma so che ha qualità importanti. Con i giovani bisogna avere tanta pazienza, senza portarli subito a livelli assoluti per poi scaricarli quando le cose non vanno”.
SU PALOMINO
“Fa piacere che un nostro calciatore sia desiderato. Per noi Palomino è importante e non abbiamo alcun interesse a perderlo. Lo ritengo fondamentatale per quello che ci dà: appartiene a quella categoria di calciatori che capisce subito l’identità da portare avanti, quando chiamati in causa ti puoi sempre fidare ciecamente di loro, partecipano alla costruzione del progetto e aiutano i calciatori giovani. Se però ci fossero delle esigenze particolari, personali, in quel caso non potrò mai dire nulla”.
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Al termine degli interventi della sala stampa mister Nicola ha risposto alle domande dei tifosi che hanno sottoscritto il programma di membership rossoblù “Islanders”.
D. C’è stato un momento in particolare che l’ha fatta sentire orgoglioso di essere l’allenatore del Cagliari? (Consuelo Manca)
R. “In questi mesi ce ne sono stati diversi. A cominciare dal mio arrivo qui, l’affetto immediato della gente ha colpito me così come i ragazzi della squadra che arrivavano a Cagliari per la prima volta. Capisci subito che allora dovrai meritarti questo affetto, è emozionante. Potrei dire anche gli incontri con i tifosi, come quello di oggi. Vorrei poi sottolineare anche un altro fatto, che spero non finisca: le tantissime lettere che ricevo dai bambini, nostri tifosi, da ogni parte della Sardegna. Per me è qualcosa di fondamentale, il futuro di questo sport è nel come ci vedono loro, nei messaggi positivi che noi saremo in grado di trasferire”.
D. Che lavoro è stato fatto per cambiare l’atteggiamento della squadra, specialmente nelle partite in trasferta, dove si è visto un Cagliari più propositivo, che riesce a giocare a viso aperto anche in campi difficili. Si è trattato di un lavoro più mentale, più tattico, o di altro tipo? (Carlo Spiga)
R. “Stiamo facendo un lavoro, tutti insieme, ma questo non è finito. La squadra ha espresso in maniera continua certe idee, possiamo fare meglio. Ci sono ancora delle potenzialità, si possono anche sperimentare soluzioni diverse. A patto che si mantenga questa mentalità nel fare le cose come i ragazzi le stanno facendo. Non si può scindere l’aspetto mentale da quello fisico, tattico. Lavoro in campo, con la squadra, dico quello che penso: cerco di creare un’aspettativa del gruppo, far capire l’importanza di perseguirla insieme. Se le condividiamo, miglioriamo anche le nostre qualità individuali”.