Alla vigilia della sfida contro l’Inter (sabato 28 alle ore 18 all’Unipol Domus), il tecnico del Cagliari Davide Nicola ha parlato in conferenza stampa al Crai Sport Center, analizzando gli aspetti chiave della gara e lo stato di salute della squadra. Di seguito le sue dichiarazioni.
L’AVVERSARIO
“Credo che l’Inter sia una squadra tatticamente interessante, con un consolidamento che dura da tempo. Hanno la capacità di giocare corto con il portiere, quasi ti invitano ad andarli a pressare come in un gioco del gatto col topo. Dovremo essere bravi a gestire i momenti della partita. È una squadra che sa costruire in diversi modi e trasforma la sua struttura con una facilità disarmante, accettando senza problemi la parità numerica. I loro giocatori si conoscono a memoria. Questa deve essere una partita che accende energia e gratifica, sapendo però di dover fare quello che sappiamo, ma molto meglio e ad un livello sempre più alto. Sono convinto che i ragazzi daranno tutto: dobbiamo essere qualitativi, quantitativi, e capire il momento in cui essere determinanti e determinati”.
POSSIBILI SCELTE TATTICHE
“Due punte dall’inizio? L’abbiamo già fatto e i ragazzi sanno bene come sviluppare il gioco in base all’avversario. Dobbiamo mantenere alta l’energia e l’entusiasmo, ma anche concentrarci su ciò che sappiamo fare bene, potenziandolo. In parallelo lavoriamo su ciò che c’è da migliorare. Serve sentire l’esigenza di produrre risultati: fin qui abbiamo cercato e costruito buone prestazioni, ora dobbiamo fare di più per concretizzare e portare a casa quando prodotto e meritato. Gaetano? Accordare fiducia nei giocatori significa anche rispettare le loro caratteristiche, Gianluca deve lavorare e stare sereno, perché arriverà ad ottenere ciò che tutti si aspettano da lui. Marin da trequartista ci va per dinamica durante la partita, ma serve convivere con gli equilibri giusti e quello non è il suo ruolo naturale. Aspettative? Verso i miei giocatori ho sempre delle aspettative, e in loro ripongo fiducia. L’importante è che la pressione e l’aspettativa non diventi negativa. Piccoli, Gaetano, Luvumbo: tutti si stanno costruendo ora i propri numeri, nessuno di loro viene da una serie di stagioni da protagonista ai massimi livelli, alcuni stanno avvicinando ora il momento di prendersi responsabilità per la prima volta in carriera. Idem vale per Felici, bisogna avere pazienza e dare fiducia, perché solo gradualmente passi dall’essere un elemento al quale viene richiesto di stupire a uno al quale viene richiesto di prendersi determinate responsabilità a beneficio della squadra. Facendo poi notare costruttivamente l’eventuale errore o imperfezione al fine di migliorare durante il percorso e dare sempre di più”.
GIOCARSELA SEMPRE
“Vogliamo fare punti con tutti. Questa è una gara che ti costringe a fare qualcosa in più, affrontiamo quella che per me è la miglior squadra del campionato. Avremo bisogno di una partita gagliarda, con aggressività e determinazione, ma senza mai smettere di provare a giocare. Bisogna essere pratici nei momenti decisivi”.
QUASI TUTTI A DISPOSIZIONE
“Manca solo Zito, tutti gli altri sono disponibili. A parte Jankto, che per ora non ho avuto occasione di impiegare non perché non abbia qualità bensì perché magari preferisco calciatori con caratteristiche diverse, tutti sono stati chiamati in causa. È normale che qualcuno giochi più di altri, anche perché la filosofia della società è valorizzarli al meglio, ma a prescindere da questo meritano il minutaggio che stanno avendo perché stanno dimostrando delle qualità, e alcuni giovani devono darci quell’energia mischiata all’esperienza di chi è meno giovane. Per quanto riguarda l’attacco, se guardiamo le occasioni create, talvolta è mancata la scelta giusta. In questa stagione abbiamo avuto il portiere avversario come MVP per sei volte. Parlare di fame significa proprio questo: avere dentro qualcosa che ti dà fastidio perché non riesci a ottenere ciò che desideri. Serve più qualità nell’ultimo passaggio e nella finalizzazione, ma il lavoro dei ragazzi non manca. Pavoletti? È una grande risorsa, sia da titolare che da subentrante, va elogiato per professionalità, voglia di aiutare il prossimo e determinare quando chiamato in causa.
LA GARA DI VENEZIA
“A Venezia siamo andati con l’atteggiamento giusto, ma non basta fare le cose bene: devi essere più pratico e affamato per portare l’episodio dalla tua parte. Dobbiamo pretendere di più sul piano nervoso perché l’episodio conta. Il secondo gol subito è un esempio: potevamo e dovevamo fare meglio. La sconfitta deve farci innervosire, ma dopo e non durante la partita”.