“Dopo la Lazio ci siamo compattati ulteriormente, è arrivato il pareggio a Udine e da lì altri 7 punti in tre gare. Siamo in piena corsa per il nostro obiettivo, ma la strada è ancora molto lunga. Dobbiamo restare tutti uniti, concentrati, continuare a lavorare come stiamo facendo”: il fantasista rossoblù Gaetano Oristanio è intervenuto all’interno del programma “Videolina Sport”.
FIDUCIA E CONSAPEVOLEZZA
“La Serie A è un campionato difficile, ci possono essere dei momenti in cui perdi la via maestra. Noi grazie alla Società, al Mister, ai nostri tifosi siamo riusciti a superare una fase complicata. Quanto fatto in queste ultime quattro gare ti dà senz’altro morale e fiducia: è fondamentale, però, non pensare ora alla classifica, ma ragionare partita dopo partita. Quella col Monza sarà una gara molto insidiosa, è una squadra che sta facendo bene e giocherà davanti al proprio pubblico”.
L’INFORTUNIO
“Stare fuori tanto tempo è stata dura, soprattutto perché la squadra era in difficoltà e non potevo fare nulla per aiutare i miei compagni. Una volta rientrato in campo l’adrenalina era tanta, non vedevo l’ora di giocare e dare di nuovo una mano alla squadra, era questo l’importante nella mia testa”.
IMPARARE DAGLI ERRORI
“Quanto successo contro la Salernitana ci deve servire da lezione. Appena abbassi un po’ la guardia e perdi la concentrazione in Serie A ti puniscono, non deve ricapitare. Sono molto contento per Eldor: anche lui è ritornato da un lungo infortunio, simile al mio, abbiamo fatto la riabilitazione insieme e capisco la sua soddisfazione. So quanto avesse voglia di ritornare a giocare e ad essere determinante”.
SUL RUOLO
“Nasco come trequartista, ma più passano gli anni più capisco l’importanza di saper ricoprire più ruoli in avanti: l’esterno offensivo, la seconda punta o anche la punta. Il Mister con la sua esperienza ci dà tanto, non solo a livello calcistico ma anche a livello umano: grazie agli anni passati ad alti livelli ti trasmette fiducia, mentalità e tante altre qualità che ti servono per migliorarti come uomo e calciatore”.
GIOVENTÙ ED ESPERIENZA
“In squadra non ci sono 11 titolari, ma 25 giocatori che sono pronti e concentrati: chi gioca titolare deve essere subito in partita, chi subentra sa che potrà essere determinante. Nel gruppo c’è il giusto mix tra giovani e calciatori con più esperienza: loro ci aiutano con tanti consigli, noi portiamo un po’ di leggerezza in più, che in alcuni momenti può aiutare”.
L’ISOLA FELICE
“La Serie A è sempre stato il mio sogno: sono cresciuto nelle giovanili dell’Inter che mi ha dato anche l’opportunità di fare due splendidi anni in Olanda, dove sono cresciuto come uomo e come calciatore. Adesso sono qui a Cagliari e, oltre ad uno splendido gruppo, ho trovato una Terra e un popolo splendido che ho iniziato ad amare: qui c’è tutto per stare bene”.