Il presidente Giulini a “Pianificazione e strategie nelle categorie giovanili

Ultimissime - 26/08/2025

Il presidente Giulini tra i relatori del convegno “Pianificazione e strategie nelle categorie giovanili”, organizzato dalla Lega Serie A in collaborazione con SFS, Social Football Summit. L’iniziativa, che si è tenuta in occasione della finale della Supercoppa Primavera presso l’Arena civica “Gianni Brera” di Milano, è stata ideata per promuovere un momento di confronto sul calcio giovanile in Italia e a livello internazionale, presentando gli impegni in calendario e ripercorrendo i recenti successi delle squadre lontani dalle metropoli. Proprio su questo tema è intervenuto il presidente rossoblù, invitato a parlare del modello Cagliari e dei risultati ottenuti dal settore giovanile, con focus particolare sull’U20: Cagliari sempre in zona playoff negli ultimi anni e vincitore Coppa Italia Primavera 24/25. Al tavolo dei relatori anche l’amministratore delegato del Sassuolo, Andrea Carnevali, e il presidente del Lecce Saverio Sticchi Damiani, a rappresentare i club campioni d’Italia Primavera rispettivamente nel 2024 e nel 2023.

A fare gli onori di casa l’amministratore delegato della Lega Serie A, Luigi De Siervo con l’assessore allo Sport del Comune di Milano, Martina Riva. Tra gli interventi quello di Maurizio Viscidi, coordinatore delle Nazionali giovanili, che ha parlato dell’impatto del Mondiale U20 – in programma tra settembre e ottobre – e delle varie competizioni internazionali giovanili sull’attività dei Club e in generale del calcio italiano; quello di Michele Criscitiello, giornalista ed editore di Sportitalia, che trasmette integralmente da anni il campionato Primavera 1 con approfondimenti annessi. A moderare il convegno la giornalista di Sportitalia, Giada Giacalone.

Di seguito le parole di Tommaso Giulini all’interno del dibattito.

“Tornare all’Arena di Milano per un evento come la Supercoppa è meraviglioso, ringrazio la Lega Serie A per l’organizzazione e Sportitalia per la visibilità che dà, dispiace – essendo ad agosto e con tutte le difficoltà logistiche su voli e organizzazione – non aver potuto ripetere quanto fatto ad aprile portando nello stadio più antico d’Italia tantissimi tifosi del Cagliari, ma sappiamo di averli comunque sempre al nostro fianco. La Lega e tutto il sistema stanno facendo tanto per dare valore al lavoro dei Club coi giovani ed eventi così sono una dimostrazione”.

LA FILOSOFIA DEL MONDO CAGLIARI
Il contesto del Cagliari è molto particolare, viviamo in un’Isola collegata malissimo, pensiamo a questi giorni dove non ci sono voli su Milano, e questo sicuramente incide sul lavoro del Club relativamente ai giovani e in generale tutti i suoi progetti. Rimanendo sui temi legati al vivaio, noi abbiamo costruito negli anni un sistema valido, partendo dal lavoro di Mario Beretta (che ringrazio per essere qui presente) e poi arrivando a quello di Bernardo Mereu, ora prosegue con Oscar Erriu. Siamo arrivati ad avere 40 Academy, praticamente un paese su tre ha una realtà affiliata al Cagliari: questo perché ci siamo resi conto subito nel 2015 che troppi giovani sardi andavano in altre Società italiane, addirittura alcune avevano loro affiliate in Sardegna. Volevamo ridurre la distanza tra Cagliari e il centro sportivo di Assemini rispetto ai paesi di origine dei ragazzi, andando non oltre l’ora di viaggio. Da qui l’esistenza dei Centri di Formazione nel territorio che guida un lavoro fatto di metodologie condivise, di tecnici che sono presenti regolarmente a casa delle affiliate, di dialogo costante per monitorare il lavoro quotidiano con i talenti e potenziali calciatori del futuro che dovranno sbarcare poi nel Settore Giovanile del Cagliari. Parliamo di un lavoro ormai ultra decennale che ti dà frutti nel lungo periodo, oggi abbiamo 7 giocatori in prima squadra che vengono dal Settore Giovanile del Cagliari, sardi e non, questo è fondamentale per essere sostenibili e avere un futuro. Noi cerchiamo di inserire ragazzi non sardi solo dall’Under 20, mentre nelle categorie precedenti lo facciamo solo qualora ci sia una necessità di completamento della rosa a livello tecnico per una qualche carenza. È chiaro che fino all’Under 16 vogliamo dare la possibilità ai giovani sardi di giocarsi le proprie chance nel nostro vivaio, poi dopo può essere necessario intervenire con qualche elemento da fuori. Sicuramente non aiuta il fatto che siano stati tolti i vincoli, rischi quindi di perdere senza vedere valorizzato il tuo lavoro dei ragazzi che a 15, 16, 17 anni hanno già addosso procuratori e Club con grandi potenzialita economiche. Da questo punto di vista le numerose proprietà straniere non aiutano il nostro calcio dove siamo rimasti in pochi ad avere le prerogative del Cagliari. Le Società si trovano davanti a scelte difficili ma dove la coerenza è importante: se resti sulla linea di non fare contratti prima dell’Under 20 rischi di perdere qualche ragazzo.

CONCRETEZZA ANNO DOPO ANNO
Dopo la nostra retrocessione del 2022 abbiamo dovuto cambiare strategie e dovevamo diventare un Club nuovamente sostenibile. Abbiamo voluto dare ancora più forza al Settore Giovanile, in questo senso va la scelta ultima di dare la panchina della prima squadra a Fabio Pisacane, persona che studia e ha enorme passione per il calcio. La passione e la voglia di studiare è quella che anima chi vuole andare lontano, era il caso di Nicolò Barella che guardava tante partite al giorno per migliorarsi col lavoro anche fuori dal campo, è il caso di Pisacane che abbiamo voluto formare, affiancare, mandarlo a studiare realtà internazionali. Oggi siamo dentro un progetto nuovo, in cui crediamo, dove mettiamo energie, poi è chiaro che parla sempre il campo e nel calcio, nello sport vieni sempre giudicato dal campo. Lo sport oggi è sempre più fisico, c’è sempre maggiore ricerca, il talento va scovato e valorizzato con lungimiranza per battere una concorrenza sempre più agguerrita. E, come dico sempre a chi lavora con me, occorre sbagliare meno possibile, penso che in queste stagioni gli errori coi ragazzi passati per la nostra Under 20 siano davvero pochi.

COI GIOVANI NON SOLO IN CAMPO
Abbiamo cambiato passo anche nella gestione della foresteria, dandola in gestione a Suor Silvia e al suo team di educatori e formatori. Con i ragazzi di tutte le età e di diverse provenienze geografiche e con culture totalmente differenti servono approcci dedicati, servono sensibilità, perché è vero che parliamo di calcio ma prima del lavoro tecnico bisogna essere professionisti nel seguire l’individuo in ogni istante della sua vita: dalla scuola alle amicizie, l’uso dei device tecnologici, la socialità, l’educazione. Sembrano frasi fini a se stesse ma la possibilità di avere in futuro dei campioni a tutto tondo passa da ciò che fai quando iniziano il proprio percorso giovanissimi.

COME MIGLIORARE
Le infrastrutture sono cruciali, noi stiamo ragionando sull’ampliamento del centro sportivo, lo facciamo da tempo. Avere dei luoghi dedicati alle giovanili maschili e femminili, con tutto ciò che occorre per lavorare al meglio, ti porta a poter alzare il livello a 360 gradi. L’obiettivo deve essere portare più ragazzi sardi possibile in prima squadra, e prima ancora nell’Under 20, non fare i playoff con Under 15 o Under 16 che per noi – dove abbiamo 7 giocatori non sardi su 50 – è qualcosa di molto complicato per quanto detto in precedenza. Il modello Athletic Bilbao? Lo abbiamo studiato a lungo, è un riferimento molto interessante da studiare e da avvicinare, poi nel tempo abbiamo valutato che per noi non sia assolutamente semplice da replicare, anzi. Un aspetto centrale è il senso di responsabilità che ha chi lavora con i giovani, pensiamo al discorso dei vincoli: quando tu vai a vincolare un ragazzo di 14, 15 o 16 anni per paura che te lo rubino, rovini la vita a quel ragazzo; se tu non dai certi valori al giovane calciatore, se questi già da adolescente ha un contratto ecco che quasi sicuramente perderà di vista la strada giusta che deve essere quella del divertimento nel giocare a calcio, dello stare spensierato con gli amici e a scuola. Questo aspetto non va assolutamente sottovalutato.

LA SCELTA DI PISANO
Essere di nuovo qui a giocarci una finale è qualcosa di straordinario per il Cagliari, è giusto parlare di festa perché per noi lo è per l’importanza che ricopre un’occasione simile al di là del mero risultato che nel Settore Giovanile non può mai essere l’unico metro di giudizio. Ringrazio tutte le persone che lavorano nel nostro vivaio e che sono animate prima di tutto da una fortissima passione. Rappresentiamo tutta la Sardegna, Mister Pisano è una bandiera, ha l’esperienza nel Settore Giovanile del Cagliari e prima ancora da capitano dell’Olbia con tantissimi giovani che venivano dal Cagliari, possiede quel senso di appartenenza che unito ai nostri valori cardine può trasmettere ai ragazzi sardi e che arrivano da fuori per creare una nuova famiglia come aveva fatto Pisacane. Prima di tutto dovremo mantenere la categoria, che è la cosa principale per un Club come il Cagliari. Olbia è stato un progetto importante per noi e per il calcio italiano, la prima Next Gen grazie alla visione di un amico e grande dirigente qual è Alessandro Marino che ha guidato l’Olbia per 8 anni nel professionismo.

LA GARA CONTRO LA FIORENTINA
Abbiamo fatto una buona prova, un ottimo primo tempo dove meritavamo il vantaggio al cospetto di una squadra con budget e struttura ben diversi dai nostri. Nel secondo tempo siamo un po’ calati e abbiamo subito il gol proprio quando eravamo in inferiorità numerica perché Deiola era fuori a farsi medicare, ma non ci siamo mai disuniti. E il Cagliari in questi anni ha mostrato a tutti che in qualsiasi momento può risorgere e riprendere le situazioni anche più difficili.

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