L’AD Corporate Carlo Catte a “L’Unione Sarda”

Ultimissime - 11/01/2024

L’Amministratore Delegato Corporate del Cagliari Calcio, Carlo Catte, ha rilasciato una lunga intervista a “L’Unione Sarda”. Di seguito alcuni estratti delle sue parole.

AL GIRO DI BOA
“È stata una prima parte difficile, come ci aspettavamo e come tutti abbiamo detto sin dal primo giorno. L’auspicio era di avere qualche punto in più, in diverse circostanze non è arrivato per dettagli. Dovremo limarli per costruire la salvezza. 

SCELTE E INVESTIMENTI
“Si è deciso di puntare, oltre che su giovani dal grande futuro quali Prati e Sulemana, costati da soli circa 10 milioni, anche su calciatori con esperienza e ingaggi significativi, quali Shomurudov e Petagna, oltre a due nazionali quali Wieteska e Hatzidiakos, che faranno vedere tutto il loro valore. Investimenti solo parzialmente coperti dalla cessione di Bellanova, è fisiologico che il nostro indicatore di liquidità sia ritornato sotto il minimo. Prati? Siamo soddisfatti, è un investimento (non l’unico) per guardare al futuro e non solo a breve termine. Prima della pandemia, nella gestione Giulini, il Cagliari era una delle Società più virtuose, e nelle ultime due stagioni abbiamo intrapreso un percorso per superare i pesanti effetti del Covid che oltre al fondamentale supporto della proprietà si è basato sul ripristino dell’equilibrio economico, finanziario e patrimoniale, razionalizzando i costi e riducendo il monte ingaggi. Il Club non ha mai smesso di investire: il forte miglioramento del Crai Sport Center e i grandi sforzi non solo economici sul progetto nuovo stadio sono due esempi cruciali: siamo in attesa dalla P.A. che si completi il procedimento PAUR per poter presentare la versione finale del progetto al Comune di Cagliari ed entrare nella fase che porterà finalmente all’inizio dei lavori”.

INDICE DI LIQUIDITÀ
Il famoso “indice di liquidità” dimostra quando un club sia in grado di poter rispettare i propri impegni finanziari a breve termine. Qual è la situazione del Cagliari? Paradossalmente, e a mio avviso impropriamente, questo indicatore penalizza i club che finanziano gli investimenti con i ricavi derivanti dalla gestione corrente, mentre “premia” chi ha debiti molto più elevati ma a lunga scadenza. E’ dato dal rapporto tra attivo e passivo corrente ed il mancato rispetto dell’indice di liquidità comporta l’impossibilità di operare liberamente sul mercato, con la conseguenza che il costo di eventuali nuove acquisizioni (incluso lo stipendio) deve essere prima coperto integralmente dal ricavato delle cessioni in termini di incasso della cessione e stipendio “risparmiato”. La nostra situazione è comune alla maggior parte dei club, prova ne siano le pochissime operazioni di mercato concretizzate sinora. Iniezioni di denaro da parte di presidenti e soci? Non è la soluzione, occorre perseguire processi virtuosi di razionalizzazione e riduzione dei costi, il nostro presidente è costantemente al nostro fianco da ogni punto di vista”. 

VERSO L’OBIETTIVO, TUTTI INSIEME
“Siamo consapevoli di avere un gruppo di ottimi professionisti guidato da mister e staff eccezionali. I tifosi abbiano questa consapevolezza, continuando a “soffiarci dietro”. Solo così il Cagliari resterà in Serie A, che ha un valore inestimabile, al di là dell’aspetto economico, rappresentando la valorizzazione di uno dei simboli più forti per la Sardegna. Abbiamo alle spalle un popolo straordinario, lo vediamo quotidianamente e ovunque, come dimostra anche la gara di Lecce. Se rimarremo in Serie A sarà prima di tutto merito dei tifosi”. 

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