Pierluigi Carta, Direttore Sportivo del Settore Giovanile rossoblù, è intervenuto sulle colonne de “L’Unione Sarda” in edicola venerdì 17 ottobre. Di seguito alcune delle sue considerazioni, con focus soprattutto sul momento dell’Under 20 del Cagliari, che ha appena avviato un nuovo biennio tecnico con Francesco Pisano in panchina.
PROGETTO AGLI INIZI
«Non c’è un freno tecnico né mentale – spiega -, è il normale avvio di chi sta affrontando un nuovo corso. Non c’è stata solo la rivisitazione della squadra, ma anche dello staff tecnico. Detto questo, la classifica, a parer mio, non rispecchia quello che la squadra ha fatto vedere nelle prime sette partite. Stiamo rifondando, in termini numerici e di valori».
NUOVA GUIDA TECNICA
«È l’uomo giusto. E non per la sua storia, quella è una componente, ma per ciò che fa da anni anni nel settore giovanile e per ciò che riesce a trasmettere ai ragazzi. Siamo soddisfatti del suo operato. È una persona equilibrata. Riesce a trasmettere i concetti e crede nella condivisione, aspetto non banale».
L’EREDITÀ DELLA COPPA ITALIA
«Più che un peso, è un orgoglio per tutti. Se poi hanno questo pensiero devono toglierselo subito dalla testa e viverla semmai come uno stimolo. Vincere uno scudetto o una Coppa non è un obiettivo. Il nostro obiettivo è crescere come gruppo portando più giovani possibili in prima squadra. Il bello e il brutto di dover ripartire da zero ogni due anni? «Il bello è lo stimolo di costruire, gettare le basi. Il coordinatore tecnico Mereu e mister Pisano sapranno trovare la chiave giusta per riuscire ad abbinare i risultati alle prestazioni. Il brutto? Non poterci arrivare subito».
PROBLEMA INFORTUNI
«Il valore di Trepy non lo scopriamo oggi, la squadra è costruita anche su di lui. La sua assenza ha influito quindi. Yael ha tutte le carte in regola per potersela giocare, sotto l’aspetto tecnico, tattico, culturale, per disponibilità. Ma voglio sottolineare che questa squadra non si disunisce mai. Anche nelle difficoltà, gioca con una grande intensità. E preferisco partire da questa base che da una squadra magari più forte ma senza anima. E il Cagliari ha un’anima. E al completo, saprà giocarsela con tutti. Innalzando l’età da under 19 a under 20 è salito tanto. Questo passaggio è stato un atto dovuto. Le società hanno preferito gestirsi i giocatori in casa con un torneo comunque competitivo piuttosto che darli in prestito in Lega Pro».
COSTRUIRE IL FUTURO
Sono tante le componenti che determinano se un ragazzo ce la fa o meno. In un club come il Cagliari, se il ragazzo merita, su cento ce la possono fare anche in cinquanta. Mi ha fatto piacere il gol di Obert con la Nazionale maggiore (la Slovacchia, ndr), ma per il livello che ha raggiunto non mi sorprende. Ha consapevolezza, è uno di quei giocatori che se non c’è, lo senti. Idrissi in prima squadra? Un orgoglio, farà una grande carriera. È lo spaccato di un lavoro di squadra. Ha fatto tutta la trafila, è uno di quei cinquanta di cui parlavamo».