SALA STAMPA | Nicola prima di Cagliari-Genoa

Ultimissime - 06/03/2025

Conferenza stampa della vigilia per Davide Nicola. L’allenatore del Cagliari ha presentato la sfida di domani contro il Genoa (inizio alle 20.45, diretta su Sky Sport e DAZN) all’Unipol Domus.

LA GIUSTA PRESSIONE
“Dipende da come la si voglia raccontare. Si va in ritiro per preparare la partita, stop. Non guardo mai troppo oltre la settimana. Dobbiamo determinare noi in campo, dimostrando la nostra voglia di fare bene. Spero che ci sia la pressione, perché vuol dire che hai il fuoco dentro, senza il quale io personalmente non riuscirei a lavorare nel quotidiano e poi in partita. Nel calcio italiano si usa spesso il termine ‘partita da non sbagliare’, ma conta solo la gara stessa e fare bene, non tanto l’etichetta che gli affibiamo. Ci sono undici partite ancora da disputare, faremo punti e faremo quelli che servono per la salvezza, ma ancora non posso dire dove li faremo. Noi giochiamo ogni partita per vincere”.

MINA E GAETANO
“Yerry sta bene, come tutti i compagni. Credo che abbia raggiunto una continuità di condizione e rendimento mai avuta, è un giocatore importante per noi all’interno del collettivo. Gaetano? Ha avuto qualche problemino, ma ora conta poco: serve dare sempre il massimo quando si viene chiamati in causa. Sento i ragazzi mentalizzati nel modo giusto, ognuno vuole raggiungere l’obiettivo. Io non vedo l’ora di raggiungerlo insieme a loro, concentrato nel presente e sapendo che tutto ciò che posso controllare lo vaglio al massimo con dedizione e attenzione. E loro fanno lo stesso con me”.

COMAN E FELICI
“Florinel è arrivato da un contesto diverso a livello ambientale e tecnico, ha lavorato con carichi di lavoro giusti e ora è assolutamente nella condizione di poter giocare almeno un tempo. È un giocatore duttile, può giocare anche a destra oltre che a sinistra. È pronto e vedremo se e quanto utilizzarlo. Mattia deve ancora crescere molto: ha ampi margini di crescita. Sta prendendo sempre più consapevolezza della categoria, migliorando nella velocità di pensiero e di esecuzione. Gli va dato tempo per migliorare e dimostrare il suo valore, è uno dei pochi giocatori che vengono da un campionato di Serie B e oggi gioca parecchie gare da titolare in Serie A, per prendere confidenza ci vuole tempo”.

SOLUZIONI TATTICHE
“Zappa e Zortea sono due giocatori che stanno giocando insieme e che potrebbero essere al contempo l’uno il sostituto dell’altro. La catena ha sempre risposto bene e Zortea ha anche dato un contributo importante in termini realizzativi. È il momento, questo, in cui dobbiamo riuscire a interpretare entrambe le strategie durante la stessa partita: conquistare spazi e alzare il baricentro così come rimanere compatti e togliere spazi all’avversario. È difficile per tutti, chi lotta per il nostro obiettivo ha le nostre stesse difficoltà. Ma sono convinto che la parte migliorativa sia quella di riuscire ad applicare le due strategie nella stessa partita e abbiamo lavorato molto in settimana su questo”.

L’AVVERSARIO
“Da quando c’è Vieira ha migliorato il rendimento a livello di punti grazie all’organizzazione difensiva, dimostrando la capacità di variare a livello tattico per quanto riguarda le due fasi e la costruzione in funzione di come è messo l’avversario. Il Genoa copre bene il campo ed è ordinato in fase di non possesso, mentre quando gioca il pallone cerca spesso la superiorità numerica in fase di costruzione. Hanno raggiunto un equilibrio importante, starà a noi valorizzare i nostri punti di forza per incidere in zona gol”.

LA SCONFITTA DI BOLOGNA E IL CONSEGUENTE RITIRO
“Abbiamo visionato filmati e ci siamo concentrati sugli errori. Ci sono dettagli su cui lavorare, ma dobbiamo migliorare in attenzione, capacità di prevedere cosa accadrà e comunicazione in campo. Abbiamo interpretato bene il primo tempo contro il Bologna, ora dobbiamo mettere insieme nel modo giusto la pressione ultra-offensiva e la capacità di togliere spazio all’avversario. Il ritiro è arrivato perché la settimana è molto corta e abbiamo speso tanto nelle ultime tre partite. Oggi i ritiri non sono più come si pensava prima, punitivi e con pochi servizi: ora c’è un centro sportivo in cui ci si può riposare, allenare e fare tante cose utili per migliorare insieme. Siamo stati ben felici di farlo, per compattarci e concentrarci su quanto va migliorato. Il ritiro porta la possibilità di concentrarsi esclusivamente sulla partita con il Genoa, distribuire i carichi di lavoro, fare delle sessioni video che altrimenti non riesci a curare. Siamo concentrati sulla sfida di domani e sono convinto che ci faremo trovare pronti”.

La conferenza stampa si è chiusa come di consueto nelle ultime settimane con due domande da parte di due tifosi che hanno sottoscritto il programma di membership del Cagliari Calcio “Islanders”, che offre la possibilità di vivere esperienze esclusive come – tra le altre – assistere alle conferenze stampa accanto ai media accreditati. Le domande di seguito sono rispettivamente di Giuseppe Corronca e Andrea Demuru.

Nella sua esperienza calcistica, sia come giocatore che come allenatore, ha avuto modo di confrontarsi con varie realtà. Una volta approdato in Sardegna, ha notato qualche aspetto o caratteristica che non ha riscontrato da altre parti?
Ho avuto la fortuna di vivere tante esperienze, da calciatore e da allenatore, e sono dell’idea che ogni esperienza ha le sue prerogative per quanto riguarda l’ambiente, il calore della gente, la storia e quant’altro. Sicuramente la Sardegna ha delle unicità che tutti riconoscono e che senti forti ogni giorno: essere la squadra di un’intera terra e del suo popolo che vive qui ma anche in giro per l’Italia e per il mondo. Ti dà una responsabilità forte e ti sprona a fare il massimo e anche di più, l’ho sempre detto e lo ribadirò costantemente, perché è quello che sento. Una sensazione che avvertivo anche da lontano e che quindi mi ha convinto a sposare questa avventura”

Anche nei momenti meno positivi, e in particolare dopo le sconfitte, punta sempre sui miglioramenti fatti e all’evidenziare gli aspetti positivi. Questo è il modo per far tornare subito i ragazzi sul focus e mantenere l’identità della squadra?
Ho sempre detto che per me l’errore non va mai evidenziato meramente per puntare il dito o trovare responsabilità del singolo. Così allo stesso modo stare sull’errore o sulla difficoltà senza uno spirito positivo non aiuta a migliorare o crescere, diverso è se questo è spunto per lavorare e correggere. La nostra identità deve essere quella di una squadra che non si arrende, che crede fermamente nella possibilità di fare il risultato, di andare oltre l’ostacolo, e questo puoi farlo solo se sei mentallizzato sulle tue capacità, sui tuoi valori, sul lavoro che stai portando avanti, non meramente sulle criticità che sono fisiologiche nell’arco di una stagione, specie se – come è il nostro caso – lotti per un obiettivo come è quello della salvezza”

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