Roberto Muzzi a “Il Cagliari in diretta”

Ultimissime - 18/02/2024

Il coordinatore tecnico delle formazioni Primavera e Under 18, Roberto Muzzi, è intervenuto all’interno della trasmissione di Radiolina “Il Cagliari in diretta”. Di seguito un estratto delle sue dichiarazioni:

SPIRITO COMBATTIVO
“Lo spirito del Cagliari è combattivo: il campionato di Serie A è difficile, ma anche nella vittoria contro il Bologna ho visto una squadra che lotta sino all’ultimo minuto. Una squadra che ha dimostrato di volere a tutti i costi questa salvezza, questo è lo spirito giusto. Stesso spirito che caratterizza la Primavera, d’altronde c’è un collegamento forte con la prima squadra. Oltre ai risultati sportivi, con la Primavera che in questa fase è alle soglie dei play off, il nostro lavoro è far crescere al meglio i ragazzi: la convocazione domenica scorsa di Kingstone e Vinciguerra è stata una grande soddisfazione. Ci sono altri giovani che stanno crescendo, tra cui Idrissi che è nel giro della Nazionale U19”.

IL GRUPPO PRIMAVERA
“La Primavera è un gruppo eccezionale, abbiamo un grande mister come Fabio Pisacane, che sa coinvolgere tutti. Abbiamo tanti giovani molto interessanti per il futuro. Mister Ranieri ha dimostrato di tenerli in considerazione, i ragazzi si allenano spesso con la prima squadra. I giovani vanno saputi aspettare, ci vuole calma e pazienza. L’inserimento è graduale. Speriamo ci sia l’occasione per farli esordire in prima squadra”. 

SU MISTER PISACANE
“Pisacane non è una sorpresa perché già quando era nello staff di mister Liverani si vedevano le sue capacità. È preparato, lavora con passione, ha personalità. Può crescere e diventare un ottimo allenatore”.

L’IMPORTANZA DEI GIOVANI
“Il calcio rispetto a quando ero giovane io è cambiato tanto: ci sono tanti stranieri, rose larghe, per i giovani è più difficile arrivare. Il salto tra Primavera e prima squadra è molto grande, anche se in Italia a volte servirebbe più coraggio. Coraggio che non manca a Mister Ranieri. Prati per esempio, 2003, è ormai un punto fisso del centrocampo. C’è Luvumbo, che quest’anno sta facendo cose pazzesche, Obert, Desogus. Il Mister sa gestirli, sa quando è il momento giusto per lanciarli”.

NEL RICORDO DI MAZZONE
“Mister Mazzone? Vedo delle analogie con mister Ranieri. Sempre diretti, tanta passione, anche mister Mazzone riponeva molta attenzione per la crescita dei giovani. Amanti del dialogo, sempre pronti a dispensare ai ragazzi dei consigli utili per il loro percorso. Quando giocavo nella Roma di mister Mazzone avevo davanti grandi campioni ma comunque giocavo. Quando andai al Cagliari mi disse che sarebbe stata un’opportunità importante e così è stato”.

I RICORDI DI CAGLIARI
“Arrivai a Cagliari che dovevo recuperare da un infortunio al menisco ma Tabarez mi rassicurò dicendomi che appena fossi stato bene con lui avrei giocato. Quando indossavo la 11 sapevo cosa rappresentava a Cagliari. Chiesi il permesso a Riva prima di prenderlo, mi disse sì, perché lo meritavo. Per me era una responsabilità enorme: l’aveva indossato lui, dovevo onorarlo. Il primo gol è stata un’emozione grandissima, ma ogni rete mi emozionava. Era il mio modo di ricambiare l’affetto che mi dava la gente. Il tifoso del Cagliari è così: attaccato alla squadra, dà amore incondizionato. E’ una maglia pesante, la devi sudare, rappresenta tutta un’Isola. Cagliari mi ha dato tutto. E anche quando sono andato via il legame non si è mai interrotto. Sapevo che un giorno sarei ritornato: ringrazio il Presidente Giulini che dopo 23 anni mi ha dato questa opportunità”.

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